Nel mirino3D Obsession

  È arrivato The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn, il film diretto da Steven Spielberg ovviamente in 3D. Siamo immersi quotidianamente nella tridimensionalità eppure la tecnologia 3...

È arrivato The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn, il film diretto da Steven Spielberg ovviamente in 3D.

Siamo immersi quotidianamente nella tridimensionalità eppure la tecnologia 3D mantiene sempre il “wow factor”.

Buffo pensare che la preistoria della tecnologia tridimensionale è “vecchia” quanto la fotografia stessa.

Infatti se la fotografia è nata nel 1839, già nel 1841 si sapevano fare le stereografie visibili tridimensionalmente grazie allo stereoscopio, strumento tanto popolare che nel 1890 ce n’era uno praticamente in ogni casa, come la televisione di oggi.

Foto di B.M.

Il successo del 3D nel cinema ha conosciuto fasi alterne, al boom degli anni ’50 è seguito un relativo silenzio per poi riesplodere prepotentemente negli ultimi anni, tanto che ormai quando vai al cinema ti porti i tuoi occhiali 3D personali perchè non si sa mai.

Siamo degli ossesionati tridimensionali, cinema 3D, fotografie 3D, televisori 3D, giochi elettronici 3D, ma cosa c’è di così speciale e soprattutto ne vale veramente la pena?

Ci sono dei film meravigliosi in 3D. Avatar è stato geniale, come potrebbero esserlo alcuni film visionari e fantastici di Tim Burton ma vi immaginate Godard, Antonioni o Truffaut in 3D?

Credo sia interessante amplificare con queste nuove tecnologie l’effetto fantascientifico e fantasioso di certe pelliccole, mentre per altre se un film è una cavolata, l’effetto 3D non lo trasforma magicamente in bello ma al limite in una cavolata tridimensionale.

E la fotografia?

Penso a come sarebbero monumentali le montagne di Ansel Adams in 3D, o ancora più assurde le fotografie eccessive di David LaChapelle.

Anche noi abbiamo fatto un numero di Vogue Italia tridimensionale, settembre 2010, proprio a sottolineare la tendenza visiva del momento, ma è stato solo un numero.

Dopotutto a me la fotografia piace piatta, finta, non me ne frega niente che sembri più reale, credo che di realtà ce ne sia già abbastanza nella vita che se qualcuno avesse davvero tanta voglia di tridimensionalità potrebbe alzare un po’ di più la testa e guardarsi intorno.

Quanti di noi quando siamo in strada siamo EFFETTIVAMENTE NELLA STRADA osservando la realtà tridimensionale che ci circonda e non con lo sguardo basso a digitare sul BlackBerry/iPhone?

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