Viva l’ItaliaMatti i turisti che scelgono l’Italia

Certo che il turista, facciamo danese, rimane facilmente sbalordito nel Bel (e qui non ci piove) Paese. E’comprensibile che ritornare una seconda volta a distanza di tempo ravvicinato, richiede cor...

Certo che il turista, facciamo danese, rimane facilmente sbalordito nel Bel (e qui non ci piove) Paese. E’comprensibile che ritornare una seconda volta a distanza di tempo ravvicinato, richiede coraggio o spirito di avventura allo stato puro.

Lo immaginiamo il danese Hans che vuole approfittare della vacanza per fare una sorpresa all’amico Mario di Brescia. Trova il sito dell’aeroporto Gabriele D’Annunzio e passa mezz’ora a cercare voli. Nulla, esiste l’infrastruttura (3 mila metri di pista) con tanto di sito internet in tre lingue, ma risulta impossibile atterrare. Scrive una mail a Mario. Questo risponde, un po’ si vergogna a svelare che nella funzionante Padania l’aeroporto di Brescia non ha visto atterrare neppure un viaggiatore, nell’ultimo anno. Il lato positivo è che lavora, anche senza l’ombra di mezzo passeggero, tutto il personale che si trova in qualsiasi aeroporto (funzionante, ma non sottilizziamo) dagli addetti alle pulizie agli uomini radar della torre di controllo, passando per poliziotti, finanzieri e così via. Da nove anni, il bilancio è in passivo. Oltre 40 milioni di euro la perdita complessiva. Profondo rosso. Una nota verde c’è: ai cinque amministratori della società hanno aumentato il compenso del 71 per cento. Sono bravi, lo meritano.

Hans, segue il consiglio di Mario. Rimandano l’incontro e prende un volo per Ciampino venerdì 14 ottobre. Il giorno dopo si aspetta di passeggiare ammirando la bellezza della città eterna (così definita per i malfunzionamenti che si protraggono in eterno). La mattina va tutto bene fa anche delle foto con i centurioni romani davanti al Colosseo (ma come, ad agosto i vigili non avevano sgominato la banda del racket proprio dei centurioni?). Il pomeriggio un disastro, ha la sfortuna di trovarsi in mezzo alla guerriglia urbana degli incappucciati. E’ spaesato e spaventato Hans e chiama Mario per cercare di capire. Non capisce molto ma decide di classificare il tutto come un incidente di percorso.

Passa qualche giorno e finalmente arriva il 20 ottobre. Assiste in prima persona a un’altra specialità italica: una città in grado di paralizzarsi con della pioggia ottobrina. Non ci crede, e nemmeno noi.

Fa i bagagli e parte per Napoli. Il 22 ha l’escursione a Pompei. Altra tipicità nostrana: crolla un muro romano dell’antica città per il mix malefico pioggia e manutenzioni eseguite con il metodo adottato solo da noi, definito “alla volemose bene”. Non sembra funzionare ma il Governo, che continua a far acqua (sempre lei) da tutte le parti, ha deciso di perseverare sulla strada dell’incuria, della spartizione di fondi, delle consulenze bizzarre e dei rattoppi di facciata. I fatti lo dimostrano : è la strada vincente.

Hans riparte finalmente, ma a Capodichino gli hanno rubato il bagaglio.

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