Fortezza BastianiL’ammiraglio Branciforte: «In Libia la Marina ha dimostrato quanto vale»

«Mission accomplished». Anche per le forze navali italiane si conclude l’impegno operativo nel teatro libico. A sancirlo definitivamente, dopo gli annunci della politica, la cerimonia ufficiale cel...

«Mission accomplished». Anche per le forze navali italiane si conclude l’impegno operativo nel teatro libico. A sancirlo definitivamente, dopo gli annunci della politica, la cerimonia ufficiale celebrata quest’oggi a bordo della portaerei Garibaldi, ormeggiata nella base navale di Taranto, dal Capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio di squadra Bruno Branciforte.

Branciforte ha incontrato gli equipaggi delle unità aeronavali che nelle scorse settimane hanno partecipato alla missione Nato Unified Protector, sui cieli e sui mari della Libia. «Sono qui per esprimere la grande soddisfazione per l’operato di tutte le componenti della Marina», ha dichiarato il comandante in capo delle forze navali Italiane.

E arriva così il tempo dei bilanci per una missione che ha visto la Marina svolgere un ruolo di primissimo piano. Dal 23 marzo al 31 ottobre, nei 231 giorni complessivi di missione, le forze aeree e navali della Marina MIlitare Italiana messe a disposizione della Nato per l’operazione Unified Protector hanno portato a termine i compiti assegnati per l’imposizione della no-fly zone e dell’embargo navale.

Il lavoro per le unità della Marina era cominciato però già il 17 febbraio, quando imbarcazioni e velivoli avevano dato inizio ad un’attività di monitoraggio delle acque del Canale di Sicilia e dello spazio aereo sovrastante, oltre a garantire l’evacuazione dei cittadini italiani e degli stranieri che erano stati costretti ad abbandonare il territorio libico a causa della guerra civile. Il 24 marzo, l’Italia aveva quindi aderito all’operazione Unified Protector, messa in atto dalla Nato su mandato ONU per far rispettare le Risoluzioni delle Nazioni Unite 1970 e 1973 per l’embargo delle armi, no-fly zone e protezione della popolazione libica da attacchi o da minacce di attacco.

Il Comando del Task Group per le operazioni navali italiane era stato affidato dapprima al contrammiraglio Gualtiero Mattesi, già comandante del Gruppo Navale Nato Uno (Snmg1) – imbarcato su nave comando e supporto logistico Etna fino al 31 maggio, e successivamente all’ammiraglio di divisione Filippo Maria Foffi, imbarcato sulla portaerei Garibaldi fino al 26 luglio e sulla nave anfibia San Giusto dal 27 luglio sino ad oggi.

Nel corso della missione sono state 16 le unità navali italiane impegnate nelle operazioni. Gli elicotteri della Marina imbarcati sulle navi italiane hanno volato complessivamente per 3.311 ore, i caccia a decollo verticale Av-8 Harrier per 1.223 ore totali.

Il capo di stato maggiore della Marina ha poi aggiunto: «Quanto avete fatto deve essere d’esempio per la Nazione» ha dichiarato l’ammiraglio Branciforte parlando ai reduci della missione. «Avete dimostrato quanto strategicamente è importante uno strumento navale in grado di intervenire ovunque e in poco tempo. Le operazioni in Libia – ha concluso – hanno fatto chiarezza sulle reali capacità della Marina».

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