“Sono colpito ma anche vaghissimamente indignato perchè i liguri hanno la presunzione di essere una cultura anglosassone diversa dalla cultura sudista borbonica che è forse la piaga di tutta l’Italia”. Così Paolo Villaggio commenta la tragedia abbattutasi sulla Liguria in questi giorni. Un’affermazione del tutto “in fuori gioco” in un momento in cui la conta dei morti scandisce il reale legame tra Nord e Sud del nostro Paese. Una tragedia che unisce Napoli a Torino in un abbraccio che ha il senso del rispetto per quello che è stato e del timore per quello che potrebbe essere.
Nessuna sfida tra Nord e Sud, nessun coro razzista, nessuno sfottò, le curve silenti del San Paolo ci consegnano la fotografia di un Paese unito. Una vicinanza che ha il sapore della cultura millenaria di cui il nostro popolo è depositario. Un popolo che ha il nome di eroi silenziosi come Sandro Usai e di tutti i volontari che in questi giorni da Nord a Sud hanno deciso di lottare nel fango e contro il fango. Un popolo reale che non si lustra nel benessere, che non fa la fila fuori i ristoranti di lusso, che non è alla ricerca di capri espiatori ma che sa bene dove e quali siano le insufficienze del proprio Paese. Un popolo che, nonostante sia in ginocchio, non ci sta a fare la figura dello scemo del villaggio…