TeardropWicky Hassan: dall’aggettivo all’aggiustamento per i gay

Una notizia, per essere tale, non ha bisogno di aggettivi. Un fatto esiste e si manifesta in una sola parola: nascita, violenza, morte, ... La singolarità di un evento, spesso, si nasconde tra il s...

Una notizia, per essere tale, non ha bisogno di aggettivi. Un fatto esiste e si manifesta in una sola parola: nascita, violenza, morte, … La singolarità di un evento, spesso, si nasconde tra il surplus che titolati esperti hanno elevato a notizia. Per anni l’aggettivo gay è stato l’alibi imperfetto per occuparsi di persone che di speciale non avevano nulla. Quante volte abbiamo letto di omicidi gay che spogliati dei propri orpelli non assomigliavano nemmeno per sbaglio ad una notizia? Tante. Troppe.

Da quando l’aggettivo gay si è trasformato in una notizia i veri fatti glbtq sono scomparsi. Di Wicky Hassan i più hanno ricordato il talento imprenditoriale. In molti si sono dimenticati del suo esempio significativo. Wicky (ebreo, gay e di destra) ha saputo superare le barriere politiche. Attraverso Libero ha ribadito che l’emancipazione (soggetto) gay (aggettivo) è inevitabile. Nel giorno del Family Day ha pagato uno spazio della Gazzetta dello Sport per ribadire che anche gay è famiglia.

Wicky ha saputo colmare le inadepienze delle notizie ufficiali, quelle che preferiscono gli aggettivi agli aggiustamenti causati da una sana e auspicabile informazione.

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