Chi parla maleFiat, spot operaio: nella pubblicità Panda i metalmeccanici di Pomigliano

    «Ma quante Italie conosciamo? Quella dell'arte, della grande inventiva, quella del talento, quella dei giovani che cercano un futuro, quella capace di grandi imprese industriali». Le inquadrat...

«Ma quante Italie conosciamo? Quella dell’arte, della grande inventiva, quella del talento, quella dei giovani che cercano un futuro, quella capace di grandi imprese industriali». Le inquadrature veloci vanno dal ferro battuto all’operaio in caena di montaggio, lindo e pulito. Poi carellata su simboli: i vicoli di Napoli, il Vesuvio, il caffè.
È lo spot della nuova Fiat Panda, prodotta nello stabilimento di Pomigliano, lo stesso in cui si è consumata la storica fase Marchionne, con la rottura Fiom-Cgil, l’addio al contratto nazionale metalmeccanico, la fuoriuscita di Fiat da Confindustria. E dunque lo spot Panda per l’Italia (ma più che la pubblicità di un prodotto sembra la rappresentazione di una filosofia aziendale, la filosofia Marchionne) ha poco dell’auto e molto di tutto quello che ci vuole per produrla. «Noi possiamo scegliere quale Italia essere – dice la voce fuori campo mentre scorrono veloci fotogrammi-simbolo, dalla pasta ai borghi italiani, agli operai – è il momento di decidere di essere noi stessi o accontentarci dell’immagine che ci vogliono dare».

Il leit motiv è “ripartire”, che sembra molto in linea con le attuali campagne dei partiti politici che in questi annsono stati all’opposizione e che ora propongono nel post-Berlusconi. «Ripartire nell’unico modo che conosciamo: con il nostro lavoro e mettendoci alla prova».
Il finale è da spot Nike (quello del leone e della gazzella): «Perché in Italia ogni giorno c’è qualcuno che si sveglia e mette nel suo lavoro il talento, la passione, la creatività ma soprattutto la voglia di cosstruire una cosa ben fatta; le cose che costruiamo ci rendono ciò che siamo, questa è l’Italia che piace».

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