Colpo di taccoMa quante Italie conosciamo?

La Juventus ancora imbattuta e prima in classifica alla ventesima giornata del campionato sembra lanciare un messaggio di speranza ai suoi tifosi, il sogno di rivedere il tricolore cucito sul petto...

La Juventus ancora imbattuta e prima in classifica alla ventesima giornata del campionato sembra lanciare un messaggio di speranza ai suoi tifosi, il sogno di rivedere il tricolore cucito sul petto potrebbe realizzarsi. Quel tricolore al quale gli Agnelli sono sempre stati legati, e per il quale la dirigenza della vecchia Signora non ha badato a spese, nonostante la nefasta situazione economica mondiale. Dalla stagione 2007/08, quando di fatto la crisi dei subprime americani diventa palpabile con la bancarotta di Lehman Brothers, la Juventus ha sborsato senza timore la bellezza di 312 milioni di euro con un passivo tra acquisti e cessioni di circa 185 milioni, senza vincere neanche un trofeo. Qualche operaio messo in cassa integrazione proprio in questi anni, parafrasando lo spot della nuova panda, potrebbe pensare che questa non è esattamente quella che si potrebbe definire “l’Italia del talento costruttivo”…

Quegli operai forse conosceranno un’altra Italia, quella dove è inaudito che in un momento di crisi come quello attuale, dove le fabbriche chiudono, le borse crollano, e i giovani emigrano, si possano spendere queste cifre. Così come potrebbe destare qualche perplessità l’atteggiamento di chi in uno spot televisivo si erge a tutore del patriottismo, mentre il giorno prima diceva di volersi trasferire a Detroit, in un Paese dove le uniche cose che davvero si conoscono degli Italiani sono proprio gli stereotipi…

Forse c’è un’Italia che davvero non conosciamo, di cui non capiremo mai le scelte… un’Italia che di certo non avrebbe speso circa 300 milioni di euro dall’inizio della crisi per undici uomini che corrono dietro ad un pallone… un’Italia che non avrebbe preso la stessa cifra dagli stessi contribuenti italiani con lo scopo di rilanciare Termini Imerese e Pomigliano d’Arco, riuscendo invece solo a ridimensionare gli operai ed i loro diritti… ma si sa “le cose che costruiamo ci rendono ciò che siamo”…

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