Una voce poco fa mi ha detto che a Modena piovono stracci. Il presidente della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Ettore Caselli, sta cercando di corsa una poltrona libera su cui deporre un ramoscello d’ulivo. Dopo aver letto questa mattina Modena Qui, quotidiano edito dal gruppo Modena Capitale di Gianpiero Samorì, Caselli ha accelerato per convincere a farsi da parte uno dei tre consiglieri in scadenza ad aprile: e cioè, o Ivano Spallanzani o Vittorio Fini o addirittura lo storico leader della banca, Guido Leoni. L’obiettivo è fare spazio all’industriale Romano Minozzi: solo così si potrebbe placare l’ira funesta del savonarola modenese che da anni fustiga la Bper e i suoi esponenti. Ma che cosa c’era di così clamoroso su Modena Qui? Due paginate (v. l’edizione di oggi alle pagg. 6 e 7) contro i conflitti di interesse dei consiglieri di amministrazione. Samorì aveva promesso che avrebbe iniziato il suo outing contro il cda Bper a San Valentino: è stato di parola. Ha cominciato con il consigliere Fini (ex patron dell’omonima azienda gastronomica), di cui ha messo in evidenza i 60 milioni di debiti verso il sistema bancario, e ha continuato con Deanna Rossi (Rossi Motoriduttori Group). In quest’ultimo caso, però, di mezzo ci sono le consulenze pagate allo studio legale Tullio & Partners. E quindi? L’avvocato Antonio Tullio pare avrebbe il “difetto” di essere il genero di Deanna Rossi, che, accusa Samorì, l’avrebbe fatto nominare pure nel cda di una controllata Bper. Un’ordinaria storia di “tengo famiglia”? Forse, anche se va detto che Tullio è uno stimato professionista e docente universitario. Ma la cosa più interessante è quello che Samorì non ha detto: ma che Caselli ha capito benissimo. Il prossimo a finire sotto tiro sarà proprio il presidente. Perché? Perché fra i partner dello studio legale Tullio, c’è un Caselli. Vuoi vedere che è… «Sì, è il figlio del presidente, ma lo sanno tutti», dicono a Modena. Ah, ecco. E il bello che di Caselli ce n’è un altro che lavora, indovinate dove? Alla Rossi Motoriduttori. Manager, ovviamente. (15 febbraio)
✦ 2 febbraio – Una voce poco fa mi ha detto che a Modena c’è grande agitazione per “il patto della bistecca”, ovvero le prove generali di un accordo fra i soci storici della Bper e le minoranze coagulate attorno a Gianpiero Samorì. Questo pomeriggio se ne parlerà in una riunione fra i grandi soci dell’istituto. L’avvocato modenese, fondatore dell’associazione Bper Futura, chiede che un rappresentante dell’associazione entri a far parte del cda, in occasione del rinnovo parziale previsto per la prossima assemblea. Per far bella figura ha proposto il nome dell’industriale Romano Minozzi. Con un dietro-front che molti faticano a capire, pare che il presidente della banca, Ettore Caselli, sia disposto ad andare incontro alle richieste di Samorì. E ad acconsentire al “patto della bistecca” chiamato così perché, raccontano i bene informati di Modena, è stato proposto da Samorì nel corso di una riservatissima cena che si sarebbe dovuta tenere lunedì sera in terreno neutrale, la casa del cav. Luigi Cremonini, consigliere della banca. E che poi è stata spostata invece nella sede della Bper. Ma anche dopo il cambiamento di location, ormai il patto era stato battezzato con riferimento alle sanguinolente bistecche servite nella catena di steakhouse Roadhouse Grill del gruppo Cremonini. Al tavolo c’erano fra gli altri, Caselli e i tre vicepresidenti della banca (Fini, Marri, Ferrari), Samorì, Minozzi e l’a.d. Odorici. Il problema, riferisce chi c’era, è che la “bistecca” servita invece da Samorì potrebbe essere piuttosto indigesta a più di un socio e a molti manager del gruppo Bper. Tra il serio e il faceto, buttandola lì, Samorì ha immaginato un aumento di capitale per finanziare l’acquisizione di una grande popolare del Nord (la Milano, o più probabilmente Veneto Banca), e poi una successiva trasformazione in società per azioni. Un piatto piuttosto forte. Forse anche per questo Caselli vorrebbe mantenersi equidistante, e spinge perché sia il vicepresidente Alberto Marri, il maggior investitore di Bper, a mettere la faccia sul “patto della bistecca”. In serata la banca ha precisato di non essere a conoscenza di accordi fra i soci, e che il cda è estraneo alla presentazione di candidature agli stessi.
P.S. Qualche cronaca locale ci confonde con il sito giornalistico Linkiesta, che gentilmente ci ospita, fra un centinaio di tanti altri blogger. «Una voce poco fa» è un blog a contribuzione collettiva che ci tiene a rimanere distinto e distante dal giornalismo: il gossip è una cosa seria. Chi vuole può contribuire scrivendo a [email protected]. Non dimenticate i dettagli: sono la parte più pregiata dei pettegolezzi.
✦ 31 gennaio 2011 – Una voce poco fa mi ha detto che dopo anni di battaglie Giampiero Samorì potrebbe finalmente aver raggiunto l’obiettivo. Un rappresentante della sua associazione di attivisti “Bper Futura” sarà cooptato al vertice della Banca popolare dell’Emilia Romagna. Secondo le indiscrezioni, si tratterebbe dell’industriale Romano Minozzi, industriale delle ceramiche (gruppo Iris), socio di Mediobanca e consigliere di Terna. L’avvocato modenese che, spesso ha criticato la gestione dell’ex a.d. Fabrizio Viola, per il momento nega. Ma non smentisce che siano in corso serrate trattative per un armistizio con gli attuali vertici della Popolare modenese.