FuoriserieOggi Lost non ci piacerebbe: smettiamola di cercare eredi

Okay, a qualche settimana di distanza mi trovo a dover ritrattare la mia posizione su Alcatraz. La foga iniziale, quella legata all'immaginario potente di The Rock, si è allentata. Ora prevale un p...

Okay, a qualche settimana di distanza mi trovo a dover ritrattare la mia posizione su Alcatraz. La foga iniziale, quella legata all’immaginario potente di The Rock, si è allentata. Ora prevale un po’ la delusione: dietro all’idea bella anche se non originale (l’abbiamo già detto, lo stampo di The 4400 è più che palese), la nuova serie di JJ Abrams si struttura alla mo’ di un normale procedural. Ogni puntata ha il suo ex carcerato da ritrovare e rinchiudere in gabbia. Di ‘sto passo, sembra che a fare follie saranno solo le ultime puntate, quando magari si approfondirà un po’ la questione del “perché?”, “come mai?”, “cosa è successo in realtà?”. Insomma, quando si darà largo spazio al mistero. In Rete la serie è osannata e criticata a destra e a manca, un po’ come è normale che sia: c’è lo zampino di Abrams e lui, dopo Lost, lo si ama o lo si odia.

Dopo Lost, appunto. Anche io più volte mi sono slanciata nel nostalgico richiamo del serial dei sopravvissuti al disastro aereo. Anche io più volte ho sperato nell’arrivo di un degno erede, un po’ orfana da quando Sawyer, Kate e Jack non mi fanno più compagnia. Razionalmente però mi rendo conto che questo continuo confronto è assurdo perché – qui lo dico e qui lo nego – Lost è tutto fuorché un capolavoro. Razionalmente, intendo. Arrivi alla fine di sei stagioni dannatamente intriganti e ti chiedi: “boh, ma ha senso?”. Le critiche che sono piovute sul finale erano tutte più che legittime, smorzate se vuoi dalla passione smodata per questa serie che ci ha fatto sognare più delle altre. Il fumo nero, gli orsi che attraversano la foresta, il viaggio avanti e indietro nel tempo: insomma un calderone di quelli incredibili. Forse, se Lost fosse arrivata oggi, così come arriva Alcatraz (ma solo per farne un esempio) non sarebbe durata sei stagioni, non avrebbe raggiunto audience così soddisfacenti. Perché rispetto a una decade fa il pubblico della televisione seriale è cambiato. Mi spiego: siamo sempre noi, a cui si aggiunge la nuova generazione, ma è un pubblico più esigente, più attento. E’ – siamo – un pubblico che prestiamo caso alla sceneggiatura, alla trama che fila, alla caratterizzazione dei personaggi, alla fotografia, alla musica.

Insomma, forse l’erede di Lost c’è, ce ne sono più di uno. Quella che manca è una serie rivoluzionaria, come fu a suo modo Lost (nel creare quell’attaccamento alla TV seriale che prima non esisteva). Una serie suis generis, una vera novità. Impresa non facile, ma noi TV series addicted ci speriamo.

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