“Che cosa guardi? Mi stai spogliando con gli occhi?” queste le parole introduttive dello spot che la Fiat ha mandato in onda in America, per lanciare la 500 Abarth. Per farlo ha destinato 1 minuto dei 3 acquistati per la fascia pubblicitaria del Super Bowl, ovvero l’evento sportivo più seguito negli USA con i suoi 100 milioni di spettatori. Si stima che la casa torinese abbia speso intorno ai 15 milioni di dollari per questi 180 secondi (quanto lo stipendio di circa 330 operai italiani retribuiti con 35 mila euro annui di media, al lordo di oneri e contributi).
A pronunciare le parole introduttive, non poteva che essere una donna, Catrinel Menghia, nazionalità rumena, che interpreta la parte di una provocante donna italiana (la scena è recitata in italiano con i sottotitoli in americano). Il classico stereotipo della femme fatale, che dopo essersi fatta cadere la schiuma del cappuccino sul petto (stile autolavaggio trash anni ’80) si trasforma nell’oggetto in questione, la Fiat Abarth.
Non c’è che dire, un cambio di rotta davvero radicale per l’italianissima (ma forse neanche tanto) casa automobilistica torinese, che solo qualche settimana fa, per pubblicizzare la Panda, aveva lanciato in Italia il suo “Manifesto” (titolo dello spot dall’ardire patriottico) dicendo al popolo tutto, che era giunto “il momento di decidere se essere noi stessi o accontentarci dell’immagine che ci vogliono dare”.
Beh se l’immagine dell’Italia che la Fiat aveva in mente, mentre componeva l’italico “Manifesto”, era quella di una donna china a massaggiarsi la caviglia sinistra, al centro di una strada periferica americana… allora sì che possiamo essere orgogliosi. Ma onestamente se fossi nei panni degli operai italiani mi guarderei bene le spalle, dagli investimenti americani…