Una voce poco fa mi ha detto che c’è maretta tra le grandi cooperative azioniste di Finsoe, la holding che controlla Unipol. Stamani il Corriere della Sera riportava che all’interno della holding si starebbe infatti lavorando per «far sì che le coop ricche aiutino quelle povere. Come? Sottoscrivendo anche la loro quota di nuove azioni Unipol pro-tempore, con un’opzione call per restituirgliele quando i bilanci lo permetteranno». L’ipotesi ha irritato non poco uno dei grandi azionisti di Finsoe, che ha detto di non aver alcuna intenzione di tirare fuori uno spicciolo per evitare la diluizione dei “piccoli” nell’aumento di capitale da 1,1 miliardi di Unipol, di cui 300 di competenza del mondo cooperativo, che detiene complessivamente il 51% del gruppo assicurativo di via Stalingrado. Qualora la presa di posizione dovesse passare in cda, che per il momento è stato spostato a data da destinarsi – sicuramente non la prossima settimana, e non per colpa dell’ingresso di Sator e Palladio – l’assetto di controllo della compagnia assicurativa potrebbe cambiare radicalmente, così come il potere del mondo mutualistico nella nuova compagine post fusione. Insomma, ci vuole più tempo per mettere d’accordo tutti, e qualcuno potrebbe rimanere indietro, alla faccia del mutualismo.
16 Febbraio 2012