Proprio alla fine, ma c’è stato. Il colpo di scena arriva alle ultime battute del processo che vede come imputato il senatore Marcello Dell’Utri, per concorso esterno in associazione mafiosa, dinanzi alla Corte di Cassazione.
Alle spalle, la condanna in grado di appello a 7 anni di reclusione.
Infatti, il Sostituto Procuratore Generale della Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello, in conclusione della sua lunga requisitoria, ha chiesto alla V Sezione penale l’accoglimento del ricorso presentato dalla difesa del parlamentare e la cassazione con rinvio della sentenza di condanna o che, in alternativa, la questione venga affrontata dalle sezioni unite penali.
Il sostituto p.g. conclude chiedendo alla Corte la conseguente dichiarazione di inammissibilità del ricorso presentato dalla Procura di Palermo, che aveva chiesto un inasprimento sostanziale della pena detentiva.
Iacoviello ritiene che la Corte debba rigettare il ricorso della Procura, perchè convinto che il “vizio motivazionale” censurato della sentenza di appello, che ha condannato Dell’Utri a 7 anni, non sussista.
La “realtà giuridica – ha osservato – è che il ricorso per vizio motivazionale presentato dal pubblico ministero deve essere accolto solo in casi eccezionali. Se lo presenta il difensore, viene accolto nel caso in cui si dimostri il ragionevole dubbio, se lo presenta il pm, questo deve dimostrare che l’ipotesi alternativa resta al di sotto del ragionevole dubbio”.
Ha inoltre sottolineato che nel processo per concorso esterno, “l’accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza Mannino della Cassazione, che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere”.
Mancanza di dolo, non specificazione delle condotte che integrerebbero reato di mafia e mancanza di motivazione.
La Procura Generale della Cassazione ha, infatti, sottolineato come ci sia stata, ai danni dell’imputato, una sostanziale lesione del diritto di difesa, non potendo il collegio d’appello condannarlo se integrato anche un solo ragionevole dubbio sulla sua non colpevolezza.
“Chiedo alla Corte: esiste il ragionevole dubbio? Nessun imputato ha più diritti di altri e nessun imputato ha meno diritti di altri”, ha detto Iacoviello nella sua requisitoria.
Il collegio giudicante ha sospeso per ora l’udienza. Riprenderà a breve con le conclusioni della difesa.
E’ probabile che solo in tarda serata esca la sentenza e solo allora si vedrà se sarà accolta la richiesta del pg di annullamento della sentenza o se, al contrario, verrà confermata la condanna inflittagli.
Intanto, nasce il mistero su dove esattamente si trovi il senatore Dell’Utri e dove attenda l’esito della sentenza.
Il Fatto Quotidiano ha provato a contattarlo al cellulare, ma risponde una segreteria spagnola. I legali smentiscono la circostanza che sia in Spagna e confermano che stia attendendo il responso nella sua casa di Milano.