Aumenta la richiesta di vino al calice, che secondo la Fipe sarebbe servito nell’80% dei locali. Questa piccola notizia si somma a un’altrettanto piccola notizia, di diverso tenore: nel 2011 crisi nera per le discoteche, che hanno visto calare le entrate di oltre il 4% solo nell’ultimo semestre dell’anno (dati Siae, riportati da La Stampa del 10 marzo), seguendo un trend negativo che prosegue da almeno tre anni. Apparentemente slegate, queste due notizie dipingono, però, un cambiamento epocale legato non soltanto alla crisi economica (meno entrate nei locali, meno bottiglie di vino). A scomparire tra questi semplici dati è il consumatore della notte, è l’atmosfera di un mondo in continuo movimento tra ristoranti aperti fino a notte fonda e locali che chiudevano solo il mattino successivo. E’ l’idea della “Milano da bere” che va estinguendosi, tra economia che zoppica e alcotest in agguato.
Gli esperti del divertimento dicono che il futuro è del locale polifunzionale, capace di essere bar al mattino, locale da aperitivi dopo il lavoro, osteria per la cena e magari arena per musica dal vivo (di nicchia) la notte. Probabilmente è così, vista anche la struttura dei locali più in voga nelle maggiori città italiane.
Di certo c’è una contrazione del budget disponibile per la serata, che spesso viene destinato ad un “apericena” che riempie la pancia e aiuta la socialità. Fatto da qualche bicchiere di vino, magari variando nella tipologia. La bottiglia stessa, stando a questo dato eclatante sul vino al bicchiere, starebbe venendo a noia. Un fatto di semplice risparmio? Anche, ma soprattutto un fatto di cultura. Si beve meno, ma meglio o almeno con maggiore attenzione. Ma soprattutto si consuma vino di qualità (o cocktail di livello), in minore quantità, in locali diversi: ristoranti che propongono musica e senza volerlo riportano in auge il 2 X 1, almeno nel divertimento.
12 Marzo 2012