CongiunturaFitch promuove la Grecia. E ora chi attacca le agenzie di rating?

La farsa è compiuta. L’agenzia di rating Fitch ha appena innalzato il giudizio sul debito della Grecia. Il rating passa a B- dal precedente Restricted default, con outlook stabile. E così, dopo nem...

La farsa è compiuta. L’agenzia di rating Fitch ha appena innalzato il giudizio sul debito della Grecia. Il rating passa a B- dal precedente Restricted default, con outlook stabile. E così, dopo nemmeno una settimana dalla ristrutturazione del debito da parte della Grecia, i problemi non esistono più, almeno sotto il profilo del rating sovrano. Non potrebbe essere altrimenti perché la mossa di Fitch non è affatto improvvisa. Anzi, era piuttosto scontata.

Ora è evidente a tutti c’è qualcosa che non va nell’eurozona, se mai a qualcuno fosse sfuggito questo aspetto. Mentre i politici europei fanno i salti mortali per evitare di parlare di default ordinato della Grecia, le agenzie di rating trattano il fenomeno che è successo la scorsa settimana proprio come un default sovrano. Ricapitoliamo. Il governo greco ha condotto un gigantesco scambio di titoli di Stato, circa 206 miliardi di euro su 365 miliardi di debito. Atene ha imposto perdite ai creditori privati del 53,5% del valore nominale. Molto, moltissimo. Nei fatti si è trattata della più grande operazione del genere dell’epoca moderna. E con la decisione dell’International swaps and derivatives association (Isda), l’ente supremo sui derivati finanziari, di valutare lo swap come evento creditizio tale da far scattare il pagamento dei Credit default swap (Cds), è avvenuto il primo default sovrano nell’eurozona.

Fitch, in modo implicito, non fa che confermare ciò. «I nuovi bond hanno un piccolo margine di sicurezza, ed è per questo che abbiamo deciso di adottare l’outlook stabile», spiega l’agenzia di rating. In altre parole, le nuove obbligazioni, frutto della swap fra creditori privati e governo ellenico, sono altra cosa rispetto a quelle vecchie. Infatti, sono bond trentennali con un grace period di 10 anni. Ed è logico che un bond trentennale sia meno rischioso di un T-Bill, specie in un clima così incerto come quello della zona euro.

Certo, la Grecia ha di fronte un orizzonte di sofferenza, tagli e fatica. «Il rischio di un default massivo non sono esauriti», nota infatti Fitch. Ma almeno sui mercati finanziari, per qualche tempo, l’interesse degli investitori più aggressivi sarà minore. Non ci possono essere due default sovrani nell’arco di pochi mesi. Tuttavia, sarà interessante un altro aspetto. Chissà cosa diranno adesso i politici europei, che da anni invocano un’agenzia di rating europea. Quelle che ci sono, come spiega l’esempio della Grecia, funzionano benissimo.

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