L’auspicio che ci sia un giorno una donna alla Presidenza della Repubblica, espresso dal Presidente della Repubblica, potrebbe essere pensato come l’ennesima mossa del cavallo volta “spiazzare” le aspettative e a immettere sulla scacchiera una variabile fino a quel momento non prevista, comunque non presa in considerazione.
Probabilmente è anche questo. E certo Giorgio Napolitano, per quanto sia uomo delle istituzioni è anche personalità che intuisce che il suo prestigio si gioca su un vuoto definito dal declino dei partii come soggetti protagonisti della politica. Un vuoto che non solo va riempito ma che bisogna fare di tutto perché non si crei uno stato di “vacanza permanente”.
Una parte di quella sua suggestione si spiega con questo malessere.
Ma non solo. In quella indicazione sta anche la riconferma della crisi dei partiti Può darsi che dentro ai partiti molte donne abbiamo iniziato a riflettere sull’eventualità che qualcuno stia pensando a loro. Ma non mi sembra questa l’ipotesi più plausibile
Io invece suggerirei un diverso percorso e un diverso ritratto. Che così riassumo: in un profilo poco nazionale pur essendo presente nella competizione politica nazionale in varie occasioni e anche con ruolo di primo piano; impegno su questioni di ordine etico; sostenitore del possibile dialogo tra mondi diversi, spesso lontani. In breve una figura che ha pensato in termini prevalentemente continentali, più che nazionali. Un ultimo aspetto: una figura che si colloca tutta dentro la storia dell’Italia repubblicana ovvero nata dopo il 1945. C’è nel nostro Paese una figura di questo tipo. Si chiama Emma Bonino. E’ così irreale?
26 Marzo 2012