La Nota Politica dei VentenniPartiti S.p.a.: Inchiesta sugli imperi economici dei partiti e su come la Casta si è arricchita con i soldi dei cittadini

Era davvero una pia illusione che la sobrietà e lo stringente rigore del governo Monti –troppo noioso e quasi monastico per il folklore politico, cui eravamo abituati fino a pochi mesi fa – contagi...

Era davvero una pia illusione che la sobrietà e lo stringente rigore del governo Monti –troppo noioso e quasi monastico per il folklore politico, cui eravamo abituati fino a pochi mesi fa – contagiasse, per forza o per virtù, o almeno emendasse la classe politica dai propri vizi. Dalle scellerate condotte, spesso illecite e sempre poco trasparenti, che destano scandalo e sdegno.

E invece no. Tutto il contrario.

Il clima di ritrovata serietà e auspicata operosità tecnica, che, piaccia o non piaccia, ha congelato la supremazia e offuscato il protagonismo, senza contenuto, dei partiti degli ultimi dieci anni, sembra esser diventato l’ambiente migliore e più adatto all’emersione degli scandali e dell’amministrazione illecita della cosa pubblica.

Pensavamo che ci sarebbe stata una tregua – utile a loro come a noi elettori, sempre più scettici sulla loro rispettabilità – e che i partiti, messi temporaneamente in disparte, sarebbero tornati alla carica più forti di prima.

Speravamo che avrebbero approfittato della pausa contingente, per rinnovarsi e rinnovare uomini ed idee.

Invece, più tempo passa e più continua l’azione risanatrice di Monti, sebbene non senza perplessità di efficacia e con un carico notevole per tutti, più viene a galla la sporcizia e il malaffare che ruota e contraddistingue la classe dirigente.
In Italia, fare politica è un business munifico, costellato di privilegi e prerogative, dove il profitto e il potere individuale si confonde con l’interesse di partito.

Ovunque si parli di partiti, di soldi, di incarichi di potere, nascosti dietro apparati impermeabili, gestioni poco trasparenti e bilanci oscuri, si profilano scandali, che destano nell’opinione pubblica solo sdegno e indignazione.

Con lo sguardo curioso del giornalista d’inchiesta e l’obiettivo ambizioso di indagare il malaffare della politica e dei partiti, Paolo Bracalini, classe 1974, giornalista di lungo corso, approdato alla redazione politica de Il Giornale, esce in libreria con Partiti S.p.a., edito da Ponte alle Grazie.

La quarta di copertina del volume svela le ragioni di una difficile inchiesta, condotta con scrupolo scientifico:

“Idrovore che assorbono finanziamenti, possiedono centinaia di immobili, spendono milioni in modo misterioso, creano società per scopi distanti dalla politica (dal gioco d’azzardo alla vendita di biciclette), i partiti sono i veri padroni della cosa pubblica, non solo perché decidono leggi e nomine, ma perché costituiscono imperi economici, la cui ricchezza viene alimentata dalle Istituzioni a loro volta controllate dai partiti, in un circolo molto vizioso”

E poi ancora:

“3 miliardi di euro di rimborsi elettorali, ingoiati dal 1994 ad oggi, a fronte di spese dichiarate per 579 milioni di euro.”

I partiti politici come l’Impero Romano che fu: Divide et Impera

In un quadro sconfortante e allarmante, Bracalini indaga come dietro ai partiti, da destra a sinistra, si nascondano veri e propri imperi finanziari oscuri e poco trasparenti, che fanno della segretezza la loro principale per virtù.
Perché scrivere un altro libro che susciterà solo sdegno, indignazione e nausea?

Semplice. Perché mal di pancia dopo mal di pancia, è necessario che i cittadini si risveglino dallo stato di inerte e sonnolente acquiescenza e prendano coscienza della necessità di un rinnovamento totale della classe politica e dei modi di fare politica.

Tutto ha un costo, ma quello che la politica ha in Italia e che paghiamo tutti noi è davvero il più alto.

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