Le cifre parlano chiaro, nel nostro Paese, la percentuale di giovani compresi tra i 18-30 anni rappresentano la fascia d’età più soggetta e prossima all’emigrazione. Si parte dai propri luoghi d’origine per motivi che sono attinenti principalmente allo studio e soprattutto al lavoro, che in Italia manca; la disoccupazione è salita al 9,2 per cento, un record che non si vedeva dal 2004 (vuol dire che sono 2 milioni e 312 mila i disoccupati nel nostro Paese).
L’Italia è una nazione che non cresce economicamente da almeno 15 anni, come è dimostrato da economisti e addetti ai mestieri, la nostra è una realtà in stallo, priva di prospettiva per il futuro, ecco perché la soluzione di molti giovani è quella di emigrare, in Paesi che possano offrire opportunità e aspettative per un futuro migliore.
Il progetto ideato, in tre settimane, da Domenico Rota e Valentina Dessì, due trentenni italiani, con origini calabresi, emigrati a Milano e Bologna, ha intenzione di rispondere alla crisi della nostra realtà nazionale, e alla crisi che negli ultimi tempi ha colpito proprio la loro generazione, vittima di sberleffi e inopportuni appellativi; la loro iniziativa vuole essere anche una risposta a chi considera la loro, una generazione inetta e incapace.
Il progetto «è indirizzato a tutti coloro che hanno la voglia di ritornare fattivamente nei propri luoghi, o semplicemente hanno voglia di mettersi a disposizione per i propri luoghi», è una iniziativa di carattere nazionale e internazionale; che pone le basi su un fondamento del web 2.0, la condivisione «il nostro vuole essere un movimento che nasce dalla partecipazione attiva e dalla voglia di mettersi insieme per dare nuovo slancio alla vita democratica del nostro Paese»
Iovogliotornare (www.iovogliotornare.it) – nome del progetto – si compone di tre fasi: nella prima fase, attraverso un form (che è possibile trovare nella home page del sito www.iovogliotornare.it), verrà effettuato un censimento attraverso il quale si potrà aderire all’iniziativa, ci si conterà, per mettere le basi della “comunità delle idee”. Nella seconda fase verranno create delle reti territoriali di persone, in base ai luoghi di origine e di appartenenza. Nella terza fase verranno raccolte e promosse le idee.
«Contarci quanti siamo in giro […], fare rete e mettere in comunicazione le nostre professionalità per produrre idee da esportare e realizzare nei nostri territori», questa la loro intenzione.
Iniziativa fresca e vivace, semplice ma innovativa, rapida e potenziale. Iovogliotornare è la manifestazione di libertà di tanti giovani, che devono e vogliono sentirsi liberi di scegliere dove adoperare le loro competenze, infatti Domenico e Valentina precisano «noi non siamo fuggiti, ma siamo andati in esplorazione chi per curiosità, chi per necessità, e adesso i tempi sono maturi per confrontarci e realizzare insieme le nostre idee», hanno ben salda l’identità territoriale «ogni città racconta una storia, ha un’identità di cui anche noi facciamo parte: è a loro che noi vogliamo offrire le nostre competenza, è con i territori che noi vogliamo tornare a parlare»
A muovere i loro progetti è una chiara e netta volontà di tornare, di affermare la loro appartenenza territoriale «vogliamo dare il senso di vitalità attive ai nostri comuni e creare con loro un ponte di confronto e proposte».
Iovogliotornare ha già riscosso i primi riscontri positivi, sono già molti quelli che hanno aderito al progetto, sono tanti i giovani e i “migranti” sparsi per l’Italia e per il mondo che sperano di ritornare, tanti sono i talenti che vorrebbero adoperarsi per rilanciare le loro realtà, grazie a questo dinamico e democratico progetto ora hanno modo di farlo.
«Dobbiamo fare in modo che il diritto alla felicità non sia fatto solo di storie di migrazioni, ma sia fatta di ritorni, di gente che vuole investire la propria energia nella sua terra […]dobbiamo puntare su un’idea di repubblica e democrazia, solo cosi si può difendere […] il diritto alla felicità», si leggono parole di speranza, dai toni democratici nel manifesto del progetto.
C’è una epigrafe nel sito del progetto, quasi un motto o un monito per non demordere e per realizzare le loro aspettative e quelle di tanti come loro, dei versi del poeta greco Kavafis che recitano «Tienila sempre in mente, Itaca. La tua meta è approdarvi».
«Esiste un Paese in cui una buona idea può cambiare tutto, in cui una buona idea ha spazio»