Pochi giorni fa la ribalta definitiva con un pezzo di satira politico esistenziale su Avanti! – giornale online del partito Socialista di Riccardo Nencini. Un’irridente foto di gruppo con pernacchia rivolta alla giovanile del Partito Democratico che, proprio nel fine settimana, aveva rieletto per acclamazione il segretario uscente, Fausto Raciti. Anche Linkiesta aveva raccontato le scaramucce attorno al congresso nazionale che si è tenuto in Toscana. E la «freelance, esperta di moda» (ipsa dixit) aveva descritto con questi toni il movimento arancione dei Giovani Democratici, incassando migliaia di apprezzamenti e qualche critica feroce. Ecco il ritratto impietoso:
Noi siamo giuovani democratici, e liberalizziamo pensieri al plurale maiestatico. Lanciamo una fatwa contro Luca Telese ché su Twitter attacca il nostro Segretario. Se tocchi Bersani ti facciamo male. Se tocchi D’Alema ti muore la mamma. D’Alema è il più lucido pensatore del panorama politico italiano, e ha sempre ragione. Walter Veltroni non esiste. Noi odiamo la conta, il televoto, e tutto il cucuzzaro. «Mi fido di te»? No, «Bella Ciao»! Soltanto le spie prendono appunti! Stefano Boeri è svenuto alla perfomance di Marina Abramovic, noi sopportiamo anche nove ore di merenda davanti Youdem: eccellente martirio di formazione politica. Amici, il nostro pilastro luddista, Stefano Fassina, è un eroe: sopravvissuto all’ostico ambiente bocconiano invaso da quegli alieni antropologici con «la macchina col telefono, le iniziali sul taschino e, quando sono di buonumore, l’orologio sul polsino». Matteo Renzi è uno yuppie. Noi preferiamo la Cina agli Stati Uniti. Le primarie si devono svolgere solo sulla base di un accordo con le parti sociali.
Oggi il giornalista Marco Esposito svela l’arcano con un pezzo dettagliato su theWeek: l’autrice del pezzo non esiste. Si tratta di un fake clamoroso che, per anni, ha fustigato le abitudini politiche dei democratici, specie di quelli capitolini. Una certa Martina Alice de Carli, attiva e cattiva su tutti i social network: pare avesse costruito attorno a sé una rete di profili falsi che ne accrescevano l’attendibilità. Chattava con chiunque e – a giudicare dalle prime ammissioni – aveva fatto innamorare la rive gauche romana: tanto per l’abilità letteraria quanto per la chioma invidiabile.
Ovviamente no, non esiste. Sì, lo so cosa state pensando. Ma ci sono tutte quelle foto. Ma è piena di amici. Ma quel mio amico mi ha raccontato che… Ebbene se vi ha raccontato di aver avuto un feeling con lei che è nato e cresciuto solo sui social network o sulle chat vi ha detto il vero, se vi ha raccontato altro, vi ha mentito. Si perché per avere avuto un incontro con Martina Alice De Carli, sarebbe dovuto quantomeno arrivare in Islanda, a Reykjavík. Si perché Martina Alice De Carli si chiama in realtà Ása Steinarsdóttir (qui il suo profilo pubblico su Facebook). Una prateria di foto per la nostra Martina (o come cavolo si chiama). Diciamo la verità: ci siamo cascati tutti. Tutti – diciamo noi maschietti – l’abbiamo corteggiata e adulata. Bella e intelligente. E’ su Facebook da tempo. In privato parla con molti, il profilo è pieno di foto, chatta, twitta, e ha la fotina sul profilo. E poi tagga: quindi esiste. Inoltre litiga. E se uno litiga su Facebook e twitter – si sa – esiste. Sì perché oltre ad aver litigato con mezza giovanile del Pd, Martina ha anche litigato con Minzolini, per esempio. Anche con Dino Amenduni, che ci ha scritto anche un pezzo al riguardo.
Uno scoop, praticamente. Ora il profilo falso è scomparso da facebook, ma qui lanciamo un appello spassionato: Martina Alice o chi per lei non vada via, chiuderemo un occhio sullo sgarro virtuale. Ma abbiamo tanto bisogno di sarcasmo. Ne ha sommamente bisogno anche il PD, che – su alcune battaglie – dell’inestistenza ha fatto uno stile.
Update, durante e dopo: Paolo Cosseddu, un civatiano da tempo attivo nel movimento Prossima Fermata Italia, confessa sul suo blog “Popolino”. MAdC è lui, in realtà. C’è da credergli? Cuorioso un passaggio che suona pressappoco come una minaccia: non accanitevi contro di me perchè ho un archivio zeppo delle vostre proposte indecenti. In rete, in molti sostengono di aver parlato al telefono con Martina (la compagna di Cosseddu avrebbe recitato la parte), alcuni rivelano di essersene innamorati e di esser stati ricambiati, altri ancora raccontano di appuntamenti a cui la De Carli non si è mai presentata. Quella di Cosseddu tuttavia sarebbe un’altra bufala situazionista, assicura il consigliere regionale lombardo su twitter. Poi Popolino fa retromarcia e nega tutto.
Ho già provveduto a cancellare il falso profilo Facebook di Martina, e pure quelli dei suoi amici che pure avevo inventato, per dare a Martina una vita interessante: fatta di moda, di fashion, di bella gente, e poi improvvisamente di politica, così di colpo, in modo un po’ spiazzante. Del resto, creare identità fasulle è un reato, spero che nessuno vorrà denunciami per questo. Non credo, perché ho in mano un forte deterrente: l’archivio di tutti i tentativi di tacchinaggio più o meno molesto che un’enorme quantità di uomini, molti dei quali impegnati, mi ha fatto nel corso dell’esistenza virtuale di Martina. Ed è incredibile, per inciso, quanti lumaconi devono sopportare le ragazze carine per avere un po’ di vita sociale on line. Comunque sì, è stato un circo piuttosto complicato, da tenere in piedi. E onestamente pensavo di averla ormai fatta franca.
Non finisce qui, l’imbroglio collettivo che mette insieme carne e sangue, attrazione e politica. E squarcia il velo delle nostre virtuali debolezze, concrete più che mai.