BacklitGiornalismo con la G maiuscola

In questi giorni divampa la polemica sulla sostenibilità di nuove iniziative editoriali online nate di recente e oltre dieci anni fa in tre paesi europei: Francia, Germania e Italia. Il tema merita...

In questi giorni divampa la polemica sulla sostenibilità di nuove iniziative editoriali online nate di recente e oltre dieci anni fa in tre paesi europei: Francia, Germania e Italia. Il tema merita un approfondita risposta, ma non ora (qui una prima risposta). In questo momento conviene portare l’attenzione su un altro aspetto: come fare Giornalismo Digitale (maiuscole obbligatorie). Qui di seguito la ricetta basandosi su situazioni totalmente inventate:

  • prendete un video prodotto da un’azienda – Procter & Gamble per esempio – e ospitato sul canale ufficiale YouTube della stessa. Si tratta di un elemento prodotto per comunicare un messaggio in vista delle imminenti olimpiadi londinesi;
  • posizionatelo nella Home Page del vostro quotidiano online. Sempre andando di pura fantasia, immaginate qualcosa del genere:
  • inserite un pre-roll pubblicitario di 15 secondi in modo da incassare qualche soldino;
  • eseguite il video nella sua interezza, omettendo di citare fonte, contesto e quant’altro. D’altronde Internet e il Web non sono poi piattaforme così interattive e il concetto di link di riferimento alla fonte di un contenuto – qualunque esso sia – è ancora da definire e da mettere a fuoco;
  • Sovrapponete al video il vostro logo, in modo da trasferire autorevolezza e credibilità;
  • Non fornite alcuna contestualizzazione di alcun genere. Chi l’ha fatto, perché, in che contesto si inserisce. Tanto non serve visto che si tratta di Giornalismo Digitale;
  • Aumentate la sessione dell’utente che vede quel video di oltre 2 minuti, la lunghezza del clip. Questo dato vi servirà per risultare una proprietà con forte senso di engagement e di partecipazione da parte dei vostri utenti quando andrete a parlare con chi deve acquistare pubblicità;
  • ripetete il tutto periodicamente e otterrete degli ottimi risultati.

Qualora quanto raccontato fosse vero (ma l’immagine precedente è uno screen dump per chi non avesse capito), qui trovate il canale YouTube originale di P&G. L’azienda fornisce anche una speigazione e un posizionamento dell’iniziativa:

Published on Apr 17, 2012 by ProcterGamble
Being a Mum is the hardest job in the world. But it’s also the best.
This Procter & Gamble advert honours everything that all Mums do to help their children succeed by showcasing the amazing Mums behind Olympic athletes at the London 2012 Olympic Games.
Join P&G in saying “Thank you, Mum” by sending your Mum a message of thanks at www.facebook.com/thankyoumum

Nel canale in questione non è ospitata pubblicità da parte di YouTube. Quasi certamente una scelta precisa da parte dell’azienda P&G che non ha alcun interesse a correre il rischio che prodotti concorrenti vengano associati al proprio contenuto. O anche semplicemente che qualsiasi prodotto venga avvicinato al contenuto video – un piccolo clip, ma di qualità – che hanno deciso di produrre, finanziare e sviluppare come elemento integrante della propria strategia di marketing.

Peccato che se quanto ho raccontato sopra fosse vero – ma dubito fortemente che le cose stiano così perché parliamo appunto di Giornalismo Digitale – il tutto verrebbe meno grazie alla presenza di un pre-roll strategicamente anteposto al contenuto prodotto, pagato e concepito da P&G. Il Web suggerirebbe di linkare e di riconoscere al legittimo autore di un qualsiasi contenuto i risultati del proprio lavoro. Il Giornalismo Digitale punta a massimizzare il Time OnLine (TOL), la Page Views (PVs), gli introiti pubblicitari e pensare di costruire in questo modo un’esperienza editoriale e informativa di qualità. Forse. O forse anche no.

PS La forza vendita dell’ipotetico quotidiano digitale in questione ha tra i propri clienti anche P&G alla quale è realistico ritenere si rivolgerà prossimamente per prospettare soluzioni di comunicazione in vista delle Olimpiadi. Appunto!

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