Diario grecoIeri a Syntagma

Pensavo di inaugurare il blog con un post di "brain-storming", diverse impressioni sparse delle primi giorni in Grecia. Oggi, pero', torno alla mia stanza attraversando piazza Syntagma, e da subito...

Pensavo di inaugurare il blog con un post di “brain-storming”, diverse impressioni sparse delle primi giorni in Grecia. Oggi, pero’, torno alla mia stanza attraversando piazza Syntagma, e da subito si capisce che c’e’ qualcosa: poliziotti in assetto antisommossa, poi, appena girato l’angolo che dal grande viale Vassilis Sofias porta alla piazza e al parlamento, altri poliziotti e circa duecento persone. L’aria non e’ troppo tesa, mi addentro tra le file di gente, che arrivano fin quasi alle guardie nazionali, guardo le facce e cerco di capire. Persone di età varia, ragazzi come persone di mezza età, qualche anziano. Verso l’angolo della piazza da cui sono arrivato due ragazzi scambiano battute con i poliziotti, colgo qualche insulto leggero, e un discorso sull’arrivare alla fine del mese. A quel punto chiedo cosa e’ successo ad una signora sulla cinquantina. Ma non hai saputo? Mi chiede stupita e con un po’ di riprovazione. Cosa sei, turista? Mi chiede. Poi comincia a dirmi “Oggi, prima di mezzogiorno, un uomo” (che, poi scoprirò, era un farmacista pensionato 77enne) “si e’ sparato, qui, in mezzo a Syntagma. E’ arrivato, ha tirato fuori la pistola, ha detto che non riusciva più a provvedere alla famiglia, a curare i suoi figli. E si è sparato”. Un’amica della signora, più giovane, distribuisce volantini che dicono “questo non è suicidio, ma omicidio di stato”. La manifestazione spontanea, nata via facebook, continua. Tutto questo accadeva ieri, mercoledì 4 aprile. Oggi cerco la notizia sui giornali, ne compro una serie significativa: in ordine da destra a sinistra, gli equivalenti, rispettivamente, di Corriere, Repubblica, Unita’, Manifesto. I Kathimerinì (trad. “il giornaliero”) titola “suicidio in piazza Syntagma”, e mette una foto in cui si vedono persone raccolte attorno ad un albero, dov’è deposto un fiore. Ta Nea (trad. “le novità”) titola invece “messaggio di disperazione con un suicidio in pubblico”, e invece della foto mostra una vignetta con un uomo che si punta una pistola alla tempia di fronte al parlamento (la vignetta la posto e traduco domani, quando sarà disponibile online. Per ora si può vedere a questo link: http://www.tanea.gr/digital/login). I Avgì (“il mattino”) ha un grande titolo, con accanto “l’urlo” di Munch, che dice: Grido di risveglio, e sotto riporta le ultime parole che l’uomo avrebbe lasciato su un biglietto, accanto a sé: “prima che io cominci a cercare il cibo nella spazzatura”. Da Avgì apprendo anche che la manifestazione era stata ben piu’ grande nel pomeriggio, circa 2000 persone. Rizospastìs (“il radicale”) lascia invece poco spazio alla notizia, e si concentra sui recenti scioperi. (Racconto questo avvenimento sapendo delle notizie, simili, che arrivano dall’Italia. Comparare le due situazioni è meno facile di quel che sembra. Quel che per ora posso dire è che i “poteva capitare a noi”, “potevamo finire come la Grecia” che spesso si sentono non mi sembrano corretti né particolarmente utili a capire).

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