Accadde DomaniL’Europa dell’est sorpassa l’Eurozona: Pil +2,6% contro un calo tra 0,3 e 0,5 sul fronte occidentale. Uno studio di Raiffeisen Bank

Gli analisti della macroeconomia gli hanno già dato un nome : il sorpasso. Nessuno lo avrebbe immaginato ma dati alla mano l'area dell'Est Europa, ovvero i paesi della Cee, hanno innescato la quint...

Gli analisti della macroeconomia gli hanno già dato un nome : il sorpasso. Nessuno lo avrebbe immaginato ma dati alla mano l’area dell’Est Europa, ovvero i paesi della Cee, hanno innescato la quinta marcia e nel 2012 si lasceranno alle spalle l’Europa Occidentale, ammalata di recessione, operando così un sorpasso storico. Forse Mario Monti dovrebbe andare all’Est per capire come si fa a crescere. A fornire questi dati è la Raiffeisen Bank International, il colosso bancario austriaco, temibile concorrente di Unicredit nell’area est del vecchio continente. Sono sufficienti due dati a mostrare questo sorpasso. Il Prodotto interno lordo dell’area Cee crescerà nel 2012 del 2,6 per cento, contro una previsione che si aggirava attorno al 2%. Mentre per l’Eurozona le previsioni sono drammatiche: per l’insieme dell’area euro quest’anno viene previsto un meno 0,3 per cento del Pil, (fonte Sole 24 ore) a fronte del più 0,5 per cento precedentemente indicato. Una recessione definita «lieve» dalla Commissione. Per l’intera Unione europea a 27 viene invece stimata una crescita a zero, contro il più 0,6 per cento precedente. Insomma il sorpasso c’è ed è anche ampio.

Secondo Peter Brezinschek, capo della Raiffeisen Research, una unità di Raiffeisen Bank International la valorizzazione delle prospettive economiche in Germania, che è di gran lunga la meta più importante per le esportazioni di molti paesi CEE è stata la leva della crescita dell’area Cee. “Al momento, non sembra che la crisi del debito sovrano europeo interesserà i paesi dell’est Europa”. L’analista si aspetta che la regione CEE nel suo complesso registri una crescita media del PIL del 2,6 per cento per il 2012, contro la previsione precedente del 2 per cento nel dicembre dello scorso anno. “Tenendo presente che il PIL della zona euro sta per contrarsi del 0,5 per cento, diventa chiaro che la CEE è ancora una volta regione che contribuisce maggiormente alla crescita dell’Europa”, ha affermato Peter Brezinschek.

La crescita dell’est tuttavia non è omogenea ma i fenomeni recessivi che colpiscono e colpiranno paesi come l’Italia, il Portogallo e la Spagna non sono così evidenti all’est. Sulla base della ripresa dell’economia tedesca, il capo economista della Raiffeisen Research prevede una crescita del 1,4 per cento per l’Europa centrale (CE), mentre nell’ Europa sudorientale (SEE) si sentono ancora gli effetti della recessione. “Per questo motivo – spiega Brezinschek – ci aspettiamo che il PIL sarà fermo a 0,3 per cento in tutta SEE nel 2012. Gli aumenti del prezzo del petrolio hanno spinto gli analisti a sostenere che nel 2012 il Pil della Russia sarà al 3,7%.

Gli analisti di Reiffeisen sostengono che l’Austria registrerà un timido sviluppo del Pil attorno allo 0,3% “L’economia austriaca sarà indebolita anche nel primo trimestre di quest’anno , ma poi il periodo peggiore dovrebbe essere finito. Va sottolineato che i consumi privati ​​raggiungeranno quasi l’1 per cento di crescita reale, sostenuto dalla crescita dei salari e da robusti dati sull’occupazione. Per il 2013 ci aspettiamo una crescita reale del PIL, più 1,3 per cento su base annua “, dice l’analista capo della Raiffeisen Research.

Uno dei punti di forza dell’area CEE, che è poi il tallone di Achille dell”Eurozona, è l’assenza di fenomeni di credit crunch. Per il momento nell’area CEE non c’è segno di una stretta creditizia. Gli analisti di Raiffeisen vogliono confutare i diffusi timori che l’area Cee sarà duramente colpita dal processo di deleveraging del settore bancario europeo occidentale. “Noi, a parte l’Ungheria, non vediamo alcun segno di un ‘credit crunch’. E’ innegabile che dovremo affrontare le tendenze negative del settore bancario in alcuni paesi dell’Europa sudorientale. “Tuttavia, la raccolta di deposito rimane a livelli sani in tutti i paesi CEE”.

Tagli dei tassi di interesse in Ungheria, Romania e Russia probabilmente alla fine dell’autunno

I prezzi elevati degli alimenti, e soprattutto dell’energia, hanno determinato un tasso di inflazione superiore a quello atteso nella regione CEE nei primi due mesi del 2012. “Per questo motivo le Banche centrali locali non hanno tagliato i tassi di interesse, ad esempio in Polonia e nella Repubblica ceca. Ma non appena la situazione si calma – spiega Brezinschek e ritiene che non appena la situazione si calma in tassi verranno ribassati in Ungheria, Romania e Russia. Dopo le iniezioni di liquidità da parte della BCE, il clima amichevole nelle borse è ormai diffuso anche nell’est Europa. “Ma la situazione varia comunque da paese a paese. Paradossalmente, i paesi che si affacciano in Europa, come la Romania e l’Ungheria, sono riusciti a generare crescita a due cifre dei prezzi – a fianco Austria, mentre quei paesi che sono fondamentalmente più forti, come la Polonia, la Repubblica Ceca e Russia, sono rimasti indietro.

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