Chi parla maleSe il Corriere della Sera usa Costa Concordia per far pubblicità ai suoi video [aggiornamenti]

  Non sono un esperto d'immagine nè di pubblicità. Sfoglio i giornali e mi faccio delle idee. La mia sensazione rispetto a questa pagina del Corriere della Sera per pubblicizzare i live di Corriere...

Non sono un esperto d’immagine nè di pubblicità. Sfoglio i giornali e mi faccio delle idee. La mia sensazione rispetto a questa pagina del Corriere della Sera per pubblicizzare i live di Corriere.it è di sgradevolezza.
Sgradevole, sì. Io ho fatto la cronaca e coi colleghi scappava la battuta pure davanti al morto ammazzato (che non protestava, ma magari i parenti potevano risentirsi). Però nessuno – o quantomeno nessuno sano di mente – penso si sarebbe mai sognato di farsi fotografare per poter dire «ecco, io sono sulla notizia» . È questa l’idea di giornalismo da dare? Siamo lì, prima di tutti, tipo film di Matthau e Lemmon? Al giorno d’oggi il giornalismo non dovrebbe essere «noi la raccontiamo meglio?».

Nella tragedia di Costa Concordia sono morte decine di persone. Capisco che si tratti di una immagine facilmente riconoscibile, ma lo sforzo d’un creativo dev’essere anche quello di far pensare, non solo quello di far indignare per la superficialità nell’accostamento. Spero che questa pagina pubblicitaria non ricompaia mai più.

Aggiornamento di non poco conto. Oggi, sabato 14 aprile, il Corriere della Sera ripubblica questa pagina. E il sindaco dell’Isola del Giglio Sergio Ortelli commenta così: «La spettacolarizzazione a tutti i costi non appartiene alla cultura isolana e non è un’immagine che ci rappresenta e dalla quale ci sentiamo in diritto di prendere le distanze. Ognuno è naturalmente libero di fare le proprie scelte editoriali, ma sarebbe inaccettabile, dal punto di vista dell’isola, vedere oltrepassare il limite della moralità, considerato che ancora mancano due dispersi all’appello».

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