“Adesso toglietevi la maglia, siete indegni di portarla”
Questa la condizione imposta dagli ultrà genoani ai loro calciatori dopo il goal del 4 a 0 subito dalla squadra ospite, il Siena (non certo una schiacciasassi…). Un goal pesante come un macigno che ha colpito l’orgoglio della tifoseria, la quale, esplosa in un tumulto popolare ha scelto di scendere in campo (nel vero senso della parola), prendendo in ostaggio lo stadio e riuscendo ad imporre le proprie condizioni…
Un’atmosfera surreale, in un calcio che ad oggi non riesce a riconoscere altri poteri che quelli dei presidenti miliardari o dei viziatissimi top player. A loro è ovviamente andata la solidarietà di tecnici e commentatori, in estasi per le lacrime di Mesto, caduto in una crisi di panico per la violenza morale che gli veniva imposta… un pò come le lacrime della Fornero, iconograficamente ottime per aumentare lo share.
“E’ inaccettabile”, questo il leitmotiv usato ed abusato da tutti i professionisti delle chiacchiere sportive, un pò come la condanna unanime delle uova di Torino. E se invece non fosse così? se per un solo secondo ad essere inaccettabile fosse il tenore di vita di undici uomini che corrono (con scarsi risultati) dietro un pallone? se per un solo secondo ad essere inaccettabile fossero le ragioni dell’1% e non quelle del restante 99%?
Insomma siamo proprio certi di non voler chiedere le magliette dei nostri politici?