Leggere è rockSono d’accordo con Vargas Llosa: l’arte light distrugge la cultura alta

“Ogni parola di Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura 2010, vale oro. Non solo per essere uno degli scrittori più affermati e rispettati, ma anche per la lucidità delle sue opinioni. Nel su...

“Ogni parola di Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura 2010, vale oro. Non solo per essere uno degli scrittori più affermati e rispettati, ma anche per la lucidità delle sue opinioni. Nel suo prossimo libro, edito da Alfaguara, affronta e si confronta con i grandi mali della società contemporanea”.
Inizia con queste parole l’intervista esclusiva rilasciata da Vargas Llosa al quotidiano spagnolo Abc che potete leggere integralmente qui a proposito del suo nuovo libro La Civilización del espetáculo disponibile per ora solo in spagnolo (chi conosce la lingua può però seguire il mio esempio e acquistarlo in ebook).
Un libro che, come tutti i testi del grande scrittore sudamericano, si annuncia ricco di spunti interessanti e di posizioni destinate a suscitare accese polemiche.
Sono note infatti le posizioni conservatrici del Premio Nobel, che è stato anche candidato premier del suo paese, il Perù, e che emergono nell’ultimo libro.
In particolare mi vorrei soffermare su una posizione che condivido che emerge anche da un articolo a firma di Andrea Nicastro pubblicato sul Corriere della Sera di oggi.
“La cultura, nel senso che tradizionalmente si è dato a questo vocabolo, è ai nostri giorni sul punto di scomparire – scrive Vargas Llosa, che continua – l’idea ingenua secondo la quale per mezzo della scolarizzazione si possa trasmettere la cultura alla totalità della società, sta distruggendo la cultura alta poiché l’unico modo per conseguire questa democratizzazione universale della cultura è impoverirla”.
Come può un uomo di cultura e un amante dell’arte e della letteratura non condividere le parole del premio Nobel?
Sono contrario a posizioni snobiste o allo stereotipo dell’intellettuale che, chiuso nella propria “torre d’avorio”, disprezza tutto e tutti.
Altresì è vero che, mentre la cultura deve essere accessibile a tutti, o meglio tutti devono avere la possibilità di avere accesso alla cultura, non è ammissibile che il livello culturale si abbassi e si livelli su posizioni qualitativamente scarse.
È necessario prendere le distanze da un certo modo di fare letteratura e concepire la cultura come svago e mero intrattenimento.
La Cultura, quella vera con la C maiuscola, è ben altra cosa e ognuno di noi deve impegnarsi a difenderla, contro il suo imbarbarimento. Da un premio Nobel vorremmo sempre sentire queste parole e ci attenderemmo magari più cautela sui giudizi relativi all’e-book: “fatico a immaginare che le tavolette elettroniche, identiche, anodine, intercambiabili possano dispensare quel piacere tattile, impregnato si sensualità che offrono i libri di carta a certi lettori…”.

TWITTER @francescogiub

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