Marta che guardaThe Avengers, di Joss Whedon

Sono più o meno otto anni che mi sorbisco ogni film su ogni genere di super eroe. Inevitabile, avendo tre figli maschi che vanno dai 12 ai 4 anni e un compagno decisamente Marvel addicted. Me li so...

Sono più o meno otto anni che mi sorbisco ogni film su ogni genere di super eroe. Inevitabile, avendo tre figli maschi che vanno dai 12 ai 4 anni e un compagno decisamente Marvel addicted.
Me li sorbisco mio malgrado, perché questi film tutti azione ed effetti visivi non sono esattamente il mio genere. Anche se devo dire che alcuni mi sono proprio piaciuti, a cominciare dal cupissimo e feroce Batman – Il Cavaliere Oscuro (con l’indimenticabile Joker di Heath Ledger) fino al primo Spider Man, passando per qualche X-Men.
The Avengers, che uscirà il 25 aprile e che ho visto in anteprima accompagnata dall’invidia livida di tutta la mia famiglia, è una vera orgia di super eroi, chiamati a combattere un nemico comune che vuole soggiogare gli umani al servizio di una specie di dio alieno cattivissimo (e un po’ scimmione). Di super eroi qui ce ne sono ben 6, alcuni più super degli altri. Perché se Thor è addirittura un dio, Hulk e Capitan America sono uomini diventati super a causa di qualche pastruglio radioattivo e non che hanno assunto in strani esperimenti bellici, mentre Iron Man è un “genio, miliardario, playboy, filantropo” (cit.) che si è inventato una tuta mega galattica che lo rende praticamente invincibile, e l’unica donna del gruppo, Natasha Romanoff, insieme a Clint Burton sono “normali” agenti che hanno una tecnica di combattimento che al confronto Rambo sembra un boyscout.
Bene, il film è realizzato davvero con grande sapienza: le immagini sono potentissime, le scene di distruzione della povera New York, che dopo l’11 settembre viene rasa al suolo un kolossal sì e l’altro pure, tolgono il fiato, i mostruosi polipi robot che gli eroi devono sconfiggere richiamano alcune visioni di Hans Ruedi Giger, i combattimenti sono avvincenti, anche se io mi sono appisolata qua e là, ma questo è un problema tutto mio, perché niente mi concilia il sonno più delle scene d’azione con inseguimenti e botte da orbi. Gli amanti del genere quindi saranno ben soddisfatti, ne sono certa.
Io invece ho apprezzato più che altro l’ironia che come un piacevolissimo intercalare rende il film a tratti davvero spassoso. E anche la caratterizzazione degli eroi, che è insieme divertente e non banale. Perché se l’Iron Man di Robert Downey jr. è ancora una volta irresistibile (se ti piacciono le canaglie), il Bruce Banner di Mark Ruffalo, quando non è in versione Hulk, ha una grazia docile vagamente gay che ho molto apprezzato in un film così da omaccioni. Resta infine Scarlett Johansson, che ancora una volta, nonostante il suo personaggio, ricorda a ogni inquadratura uno di quei dolci profumati del sud, una polacca casertana o un marzapane siciliano, che ti fa venire voglia di pastrugnarla subito, tutta morbida com’è. E non oso immaginare l’effetto che farà agli ometti in sala.
Insomma, The Avengers ha tutti i numeri per diventare quel successo che volevano diventasse, capace di piacere in modo trasversale a grandi e piccini, a filologi della Marvel ma anche a chi non ha mai letto un fumetto e perfino, forse, alle fidanzate (o alle madri, come me) costrette a vederlo per amore.

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