Libano quarta puntata. Dovevano essere tre, ma visto che stanotte c’è stato un attentato a Tiro… Vittima della bomba un ristorante che vende alcolici. Uno dei tanti locali che si trovano sulla costa, peraltro facente parte di un centro commerciale decisamente occidentalizzato. Il Nocean Restaurant sta al terzo piano di un edificio ospita anche un McDonald’s. Entrambi i locali sono frequentati dai sondati di Unifil. Il proprietario è convinto che si tratti di un attacco perché al suo bancone un cliente può acquistare e consumare birra, vino o altro che abbia quel malefico “Vol.” sull’etichetta. Può essere. A Tiro, già in passato, si sono avuti attacchi di questo tipo. Questo significherebbe che i colpevoli andrebbero ricercati tra i musulmani più rigorosi. Amal? Hezbollah? Difficile crederlo. Prima di tutto perché Tiro e con essa tutto il Libano del sud è zona sciita. E siccome i due partiti sono fatti da gente seria, convinta di poter governare l’intero Paese e farlo crescere economicamente, far saltare in aria le attività commerciali del posto sarebbe un po’ come spararsi sui piedi. L’alcol? Sono molti i musulmani che ne fanno uso. Magari non lo ammettono. Del resto, il Corano non vieta. Dice semplicemente di non esagerare.
Il Nocean è una fonte di reddito. Il suo proprietario e tutto il personale sono elettori. Molto probabilmente proprio di quel Partito di Dio al quale si vorrebbe addossare l’attentato. E allora chi è stato? Altre due ipotesi. Quella della criminalità comune. Un pacco bomba può colpire un ristorante che non paga il pizzo, che sia in Italia oppure in Libano. Non ha importanza. La mafia dei locali pubblici si comporta sempre e ovunque allo stesso modo. Oppure la pista salafita. Estremisti di vario genere, sì coranici, che si nascondono nei campi profughi di Ein el-Hilweh o a Nahr el-Bared, possono aver raggiunto nottetempo Tiro e lì aver innescato la miccia. Il tutto in barba alle Forze armate libanesi e ai caschi blu di Unifil. Insomma, dal Libano niente di nuovo.
23 Aprile 2012