La “società dell’intervista” è tuttora ancora dominante. Tuttavia ci sono diversi segnali (alcuni ancora deboli, altri più forti) di un rapido evolversi verso un altro tipo di società, che potremmo chiamare la “società dell’osservazione”. Questo spiegherebbe il recente successo di un metodo “vecchio” come l’etnografia, che consiste nel raccogliere informazioni principalmente mediante l’osservazione. Tra i primi episodi, il pestaggio di Rodney King, un tassista afroamericano di Los Angeles, che nel marzo del 1991 fu picchiato selvaggiamente da agenti che vennero a loro insaputa ripresi. L’anno seguenti, furono assolti, scatenando la rivolta della comunità nera americana
Introduzione
L’espressione “società dell’osservazione” indica che si sta profilando una nuova società in cui le modalità cognitive dell’osservare, dello scrutare, del guardare e del vedere (proprie dei metodi osservativi quali l’etnografia) divengono sempre più modalità pervasive di raccolta di informazioni e di conoscenza. Al pari del chiedere, interrogare, parlare, modalità cognitive prevalenti, invece, nel sondaggio, nell’inchiesta, nell’intervista in profondità e nel focus group.
La principale differenza, fra questi due diversi modi di raccolta di dati, riguarda proprio la loro natura: nel secondo caso si conosce (principalmente) attraverso il dialogo; nel primo caso (principalmente) attraverso l’osservazione.
Nuovi fenomeni sociali
Nell’ultimo decennio si sono affermati, in modo massiccio e diffuso, nuovi fenomeni sociali che fanno pensare che stiamo entrando nella “società dell’osservazione”. Questi nuovi fenomeni sono stati favoriti (e, a volte, anche creati) dallo sviluppo tecnologico che ha reso più pervasive, flessibili, facilmente portabili e usabili, le tecnologie dell’osservazione.
Quali sono questi nuovi fenomeni sociali, che fino a qualche tempo fa non esistevano oppure erano del tutto marginali? Eccone una breve (e incompleta) rassegna:
- la videosorveglianza: dovunque andiamo (in banca, nei negozi, allo stadio, al parco, per strada, in metropolitana…) c’è sempre una telecamera fissa pronta a riprendere (a nostra insaputa) il nostro comportamento;
- l’uso di telecamere da parte di non-professionisti (celebre fu la ripresa di Rodney King, il motociclista nero fermato nel 1991 dalla polizia di Los Angeles, preso a con calci e pugni e ridotto in fin di vita. Essa consentì di documentare, in modo nuovo, il razzismo)
- la nascita dei videoclip musicali ovvero guardare la musica: un tempo la musica la si ascoltava soltanto; poi i video cominciarono ad accompagnarla (e su questo fenomeno nacque MTV, la prima televisione interamente musicale); da diverso tempo, invece, il video è diventato quasi più importante della musica, tanta è la cura nel confezionarlo;
- la diffusione dei camera phones, veri occhi digitali;
- il successo della stampa online: dal 2007 coloro che leggono un quotidiano sul sito-web della testata medesima, hanno superato coloro che ne leggono la copia cartacea. Al sito non vi accedono solo per una questione economica (risparmiare sull’acquisto), ma soprattutto per guardare le foto e i filmati disponibili;
- la moda di videoregistrare anche le situazioni più personali e intime, e poi metterle su internet (YouTube);
- la tendenza di collegarsi a siti-web solo per guardare: nidi di uccelli (www.birdcam.it), l’erba che cresce (http://www.watching-grass-grow.com/) e altre assurdità;
- l’andare sui siti che mostrano scene di morte in guerra, uccisioni in diretta di civili e militari (war porn);
- l’indossare webcam e trasmettere per 24/h tutto quello che chi l’indossa vede o inquadra (anche quando dorme)
Questi nuovi fenomeni sociali non sono il frutto di comportamenti eccentrici di pochi bensì di milioni di persone.
Principali caratteristiche della “società dell’osservazione” e scopi dell’osservazione
La “società dell’osservazione” che si sta delineando incarna una serie di caratteristiche un tempo marginali ma che ora stanno diventando pervasive. Vediamole brevemente:
- osservare ed essere osservati sono due caratteristiche che stanno diventando sempre più importanti nella società occidentali contemporanee. Il sociologo tedesco Georg Simmel aveva già notato che fino alla fine dell’Ottocento non era comune, e nemmeno appropriato, guardare a lungo le persone, fissarle, osservarne l’abbigliamento (cosa che ora è molto più comune). Questa convenzione sociale, sostiene Simmel, venne attenuandosi con l’avvento del… tram (che, ad esempio, a Milano fu introdotto nel 1928): infatti la particolare disposizione (in parallelo) dei posti a sedere, che forzatamente rendeva le persone reciprocamente visibili e osservabili, rese so¬cialmente accettabile il guardarsi. Aprendo così la strada a nuovi concetti come quello di ‘faccia’, ‘identità’ e ‘immagine’ (look);
- la videosorveglianza, l’abbiamo accennato prima, è un’altra caratteristica fondamentale: ad esempio c’è un quartiere residenziale di Londra, Haberdasher, dove gli abitanti si sono dotati di monitor domestici collegati a dodici telecamere che filmano l’intera zona. Così controllano chi si avvicina e… se stessi quando escono;
- il voyeurismo sociale, ovvero lo sbirciare comportamenti altrui. Il sociologo americano Richard Sennett (1977) aveva già anticipato e descritto questo tema, cui si rifà il film La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock (1954), e molti altri come Fame (1980), Porky’s (1982), Cocoon (1985), Amélie (2001), Paparazzi (1998), American Pie (1999). La compenetrazione tra scienza e società è controintuivamente segnalata proprio dallo studioso francese Michael Foucault, che scrive: “possiamo anche chiamare voyeur… la spia, il reporter, il guardone, il detective, lo psicanalista, il sociologo o l’antropologo” (1975: 155);
- la pervasività delle tecnologie dell’osservazione;
- il dominio sulle persone. I sistemi di sorveglianza a circuito chiuso (CCTV) richiamano le tecniche descritte nei romanzi 1984 e Animal Farm del britannico George Orwell. I due testi hanno ispirato i reality show della fine dei 1990s (uno degli assi portanti della società dell’osservazione, come vedremo più sotto).
- l’esibizione sociale è un’altra caratteristica. Questa tendenza non nasce con la TV bensì all’inizio del Settecento, con l’invenzione delle vetrine dei negozi, nate dalla necessità di esporre la merce per catturare nuovi clienti (quelli abituali già sapevano cosa vendeva il negoziante) (Codeluppi 2007). Questa tendenza viene accentuata per tutto l’Ottocento. Poi nel Novecento, accanto alla merce, sono comparsi gli esseri umani che, in alcuni casi, hanno sostituito le merci (come nel caso di donne in vetrina per attirare i clienti);
- il controllo sociale. L’osservazione è anche una delle modalità principali per controllare. Lo sapeva bene filosofo utilitarista inglese Jeremy Bentham che nel 1791 progettò il Panopticon (che significa «che fa vedere tutto») e che secondo lui sarebbe stato il carcere ideale. Infatti mediante la forma radiocentrica (vedi sotto), e opportuni accorgimenti architettonici e tecnologici, un unico osservatore (guardia carceraria) poteva sorvegliare tutti i prigionieri in ogni momento. Esso da una parte permetteva una forte riduzione del personale di sorveglianza; dall’altra i carcerati, sapendo di essere potenzialmente sempre osservati, si sentivano sempre on the stage e avrebbero così automaticamente assunto comportamenti disciplinati.
Fortunatamente o sfortunatamente (a seconda dei punti di… vista) il progetto di Bentham sostanzialmente fallì e oggi sono pochissimi i carceri costruiti su questa idea. Uno di questi è il Prison Presidio Modelo (Cuba), costruito nel 1926–1928,
dove poche guardie su una torretta controllano molti detenuti.
Il prototipo della “società dell’osservazione”: il reality show
A mio modo di vedere, sono accaduti tre grandi eventi mass-mediatici che sono stati in qualche modo gli antesignani della società dell’osservazione:
- la Candid Camera, inventata da Allen Funt nel 1948. Con essa siamo tutti diventati dei voyeur;
- i Reality shows (nati negli anni settanta in USA) hanno poi accentuato questa tendenza;
- tuttavia il primo reality show fu… lo sbarco sulla luna: il 20 luglio 1969, per 28 ore consecutive di diretta televisiva via satellite, più di 500 milioni di persone (a quel tempo un quarto degli abitanti della Terra) rimasero incollati a vedere vengono due uomini che camminavano al rallentatore.
Etnografia e società
Come dicevo all’inizio, il metodo etnografico (portato in auge dagli antropologi) non è nuovo. Anzi sembra sia nato quasi un secolo fa, a opera dell’antropologo polacco naturalizzato britannico, Malinowski (1922). Tuttavia recentemente esso è diventato molto di moda, sia in accademia che nella ricerca sociale e di mercato. Quali sono le ragioni di questo successo tardivo?
Probabilmente come per l’intervista (vedi), anche etnografia e società si costituiscono mutualmente.
Per cui, da una parte, per aver successo i metodi osservativi (quali l’etnografia) hanno bisogno di un particolare tipo di società, le cui caratteristiche sono state sopra descritte.
Dall’altra, dalla società stessa proviene una nuova domanda di osservazione e etnografia. Lo si nota in molti settori professionali dove si assiste parallelamente a) alla conversione di professioni esistenti verso l’osservazione e l’etnografia, b) alla nascita di nuove professioni basate l’osservazione e l’etnografia e c) alla nuova domanda di etnografia nelle ricerche di mercato. Dedicherò i prossimi post a questi cambiamenti nel mondo delle professioni.
Per concludere
Esistono una serie di indicatori che testimoniamo come accanto alla “società dell’intervista” (tuttora dominante) si stia formando (parallelamente) un altro tipo di società: la “società dell’osservazione”. Che sta velocemente diventando tanto pervasiva quanto la “società dell’intervista”.
Cosa ne sarà in futuro di queste due diverse società? Convivranno? La “società dell’osservazione” diverrà dominante? La “società dell’intervista” si avvierà a un lento declino (e con essa anche i metodi di ricerca da lei prodotti come il sondaggio, l’inchiesta, l’intervista e il focus group)?
Riferimenti
Codeluppi, V. (2007), La vetrinizzazione sociale. Il processo di spettacolarizzazione degli individui e della società,Torino: Boringhieri.
Gobo, G. (2008), Doing Ethnography, London: Sage.
Gobo, G. (2009), La società dell’osservazione. Nuove opportunità per la ricerca etnografica, in «Rassegna Italiana di Sociologia», L, 1, pp. 101-131.
Fonio, C. (2007) La videosorveglianza. Uno sguardo senza volto, Milano: Angeli.
Foucault, M. (1975) Surveiller et punir, Paris: Gallimard, trad. it. Sorvegliare e punire: nascita della prigione, Torino, Einaudi, 1976.
Malinowski, B. (1922), Argonauts of the Western Pacific: An account of native enterprise and adventure in the Archipelagoes of Melanesian New Guinea, London: Routledge and Kegan Paul, trad. it. Argonauti del Pacifico occidentale. Riti magici e vita quotidiana nella società primitiva, Roma: Newton Compton, 1973.
Sennett, R. (1977) The Fall of Public Man, New York: Knopf, trad.it. Il declino dell’uomo pubblico. La società intimista, Bompiani: Milano 1982.