Non è la prima volta che donne, amiche o conoscenti, mi fanno i complimenti: “Sei un papà davvero super-presente”, “Se mio marito facesse anche sono una delle cose che fai tu, starei a posto”, “Quanto è fortunata tua moglie”. Ora, togliendo di mezzo l’ovvio piacere che fanno i complimenti, a me queste cose mettono in imbarazzo. Da un lato perché mi costringono a presentare delle balbettanti e non richieste difese di mia moglie (“sai, lavora fuori e si alza presto al mattino”) che si sente già abbastanza in colpa quando tarda un poco in ufficio e, perdendo ogni coincidenza possibile, lascia uno o tutti e due i bimbi in compagnia di maestra/nonne/zie/vicini di casa. Dall’altro perché insieme alle cose che faccio, l’aspetto più evidente, ci sarebbe da vedere il come lo faccio – e non è così scontato.
Certo, si tratta di un pour parler, come il tempo in ascensore o il traffico alla fermata della metro. O anche gesti di considerazione, di stima, qualche volta di affetto. Sicuramente senza sottintesi.
Però ogni volta non posso fare a meno di chiedermi se per le mamme e spose esistano dei parametri generali a cui riferire l’esperienza curriculare del buon marito e del buon padre.
Che so: “Pannolino base con minimo due anni di esperienza in parco giochi o al ristorante – punti 50”, “Assenza di calcetto con gli amici nella programmazione settimanale – punti 500”, “Conoscenza principali marche abbigliamento infantile e mappa dettagliata punti vendita – punti 5000”.
28 Maggio 2012
BabboradioBabbi patentati
Non è la prima volta che donne, amiche o conoscenti, mi fanno i complimenti: “Sei un papà davvero super-presente”, “Se mio marito facesse anche sono una delle cose che fai tu, starei a posto”, “...
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