Finito il festival di Cannes rimangono i film che usciranno in sala e qualche foto che sarà un giorno ripescata in archivio. Fa effetto vedere Bernardo Bertolucci seduto su una sedia a rotelle. Proprio lui, il più famoso e celebrato autore italiano ma soprattutto il più moderno, fluido e sensuale regista che abbiamo mai avuto insieme ad Antonioni. Un uomo che ha affascinato tante donne e si è lasciato sedurre da altrettante attrici, spesso molto più giovani di lui e diventate poi le muse dei suoi film. Un voyeur impaziente di seguire i suoi personaggi, bloccato ora dalla sua schiena, altro che il gesso che costringeva James Stewart a guardare impotente da una Finestra sul cortile.
Sulla sua condizione Bertolucci ha scherzato sopra tempo fa: “Chissà se questa difficoltà a camminare è la pena del contrappasso per tutti i carrelli che ho messo nei miei film: camminate, camminate. Il capo macchinista teneva conto ogni giorno dei metri e alla fine fece un totale di diversi chilometri. Mi è sempre stato impossibile tenere la macchina da presa fissa, proprio non sono capace”. Prima o poi il fascino con cui ci si è lasciati ammirare si paga, vale per le dive come per gli attori, a volte anche per i registi. E la paura non è solo quella di invecchiare ma di qualcosa che venga a intaccare la propria sagoma ideale che spesso è fatta di integrità: di pensieri, movimenti e abitudini.
Nove anni senza fare un film, un’eternità per i tempi di oggi, tempo in gran parte passato a raccogliere premi e omaggi che “in genere sono un’ arma a doppio taglio, sotto i 50 anni mi sembrava strano, prematuro, ma oggi accetto volentieri. Mi sento come un’ oca che ingollano di eccessi di gratificazione, non bisogna crederci troppo”. In mezzo momenti di resa col timore fondato di non poter girare più: “Questo film per me è stato un ritorno alla vita. Dopo gli ultimi 10 anni trascorsi in una specie di torpore mi sono svegliato nel momento in cui ho accettato di essere diversamente abile. Non è che nel momento in cui lo accetti tutto diventa facile e chiaro, però torni a vivere”.
Quello alla schiena è un problema che lo insegue da lontano. Paradossalmente il mondo della cultura in questi casi pecca di discrezione, operando quasi una rimozione. Nel 2008 Bertolucci venne a Roma a presentare il libro “La casa del Poeta” del saggista Paolo Lagazzi sul padre Attilio, uno dei più importanti poeti italiani del novecento. Insieme a lui c’era il fratello Giuseppe e l’attuale candidato allo Strega Emanuele Trevi. Anche lontano dal cinema “che non è la mia unica ossessione” l’elegante voce di Bertolucci aveva un suo mondo da raccontare, familiare sì ma non troppo da spettatore. Il cineasta aveva ancora conti in sospeso col padre: “Furbo che sei, mi disse prima di morire mio padre, mi hai ucciso tante volte nei tuoi film senza mai andare in galera”. Alla fine dell’incontro dopo aver firmato un autografo Bertolucci contraccambiò la stretta di mano con la preoccupazione per l’operazione alla schiena che doveva fare. Ma nel resoconto del sottoscritto per il Riformista non c’era traccia dell’immagine di Bertolucci che usciva dalla Biblioteca dell’Orologio aiutandosi con un deambulatore. Istinto di protezione o rifiuto di quella novità?
Sono passati quattro anni e Bertolucci si è presentato al photocall del suo film fuori concorso. “Sono pronto ormai – ha detto presentando “Io e te” con il suo eloquio avvolgente e la sua voce un po’ impastata- ho finalmente elaborato il lutto della sedia a rotelle”. Gli scatti davanti al muro di fotografi avrebbero comunque fatto il giro del mondo, vista l’autorevolezza di Bertolucci, uno dei pochi italiani ad avere un salvacondotto valido ovunque. Ma per una storia di rinascita serviva una foto del genere, che raccontasse il nuovo equilibrio delle cose per Bernardo Bertolucci.
Esordienti sconosciute o attrici da consacrare, il regista ha sempre abituato lo spettatore alle sue muse giovani (Dominque Sanda, Debra Winger, Stefania Sandrelli e Maria Schneider), un po’ adolescenti, po’ sfrontate intorno a cui cucire le storie e le sue ossessioni. Stavolta Bertolucci è tornato a puntare su un’italiana Tea Falco , dopo le gelosie suscitate in Italia da Liv Tyler ed Eva Green.
Così il cerchio del ritorno è completo. Adesso possono tornare a contare solo le immagini sullo schermo, come sempre.
#Fall&Rise1