Accadde DomaniE’ la bassa crescita che aumenta il debito. Non il contrario. Un’analisi della Voce.info

Tutti i governi europei compreso il governo Monti, si stanno scervellando per trovare la leva giusta che consenta la crescita economica. Le categorie utilizzate sono quelle del liberismo che mostra...

Tutti i governi europei compreso il governo Monti, si stanno scervellando per trovare la leva giusta che consenta la crescita economica. Le categorie utilizzate sono quelle del liberismo che mostrano ormai da tempo la corda. Forse sarebbe il caso di riconsiderare altre categorie che in passato, (crisi del ’29) hanno resuscitato economie malate di depressione. Questa analisi pubblicata sulla Voce.info pone la questione del rapporto tra bassa crescita e debito pubblico, capovolgendo la tesi imperante: non è il debito pubblico a creare bassa crescita ma il contrario. Forse Mario Monti una lettura di questa analisi se la dovrebbe fare. (B.P.).

Paesi caratterizzati da elevati livelli di debito pubblico registrano anche una ridotta crescita economica. La correlazione tra debito e crescita è spesso utilizzata come argomento a favore di una politica fiscale restrittiva. Tuttavia, non è chiaro se sia l’elevato debito pubblico a provocare un rallentamento della crescita economica o viceversa. Uno studio recente mostra che non esiste alcuna evidenza a sostegno dell’ipotesi secondo la quale il debito pubblico provoca una riduzione della crescita economica.
Verificare se elevati livelli di debito pubblico generino un effetto negativo sulla crescita economica è una questione di politica economica particolarmente rilevante. Una risposta affermativa implicherebbe che, sebbene efficaci nel breve periodo, politiche fiscali espansive che fanno aumentare il rapporto debito/Pil potrebbero rallentare la crescita di lungo periodo, annullando parzialmente (o completamente) l’effetto positivo dello stimolo fiscale.

DEBITO E CRESCITA: QUALE LA CAUSA E QUALE L’EFFETTO

La maggior parte dei policy-makers sembra ritenere che il debito riduca la crescita economica. Si tratta di un’opinione in linea con i risultati di una fiorente letteratura empirica che mostra l’esistenza di una correlazione negativa tra debito pubblico e crescita economica. La correlazione sembra diventare particolarmente forte quando il debito pubblico si avvicina al 100 per cento del Pil. (1)
“II pericolo non viene da quello che non sappiamo, ma da quello che crediamo sia vero e che invece non lo è”, scriveva Mark Twain.
Correlazione non implica causalità. Il legame tra debito e crescita potrebbe scaturire dal fatto che è la ridotta crescita economica a generare elevati livelli di debito pubblico. La verifica empirica dell’idea che il debito pubblico ha un effetto negativo sul tasso di crescita dell’economia richiede l’utilizzo di tecniche statistiche più sofisticate di quelle usate per dimostrare l’esistenza di una correlazione tra le due variabili.
In un recente studio, basato su un campione di paesi Ocse, applichiamo tecniche econometriche che permettono di verificare se esista o no un nesso di causalità tra debito e crescita economica. (2)
I nostri risultati suggeriscono che la risposta corretta alla domanda “Elevati livelli di debito pubblico rallentano la crescita economica?” sia: “Non lo sappiamo”. Siamo consapevoli del fatto che questo genere di risposta rende il nostro lavoro meno soddisfacente degli studi che mostrano risultati chiari e inequivocabili. In realtà, tuttavia, nessuno dei lavori che individua una relazione tra debito e crescita può pretendere di dimostrare che il debito abbia un effetto causale sulla crescita economica: come affermava Mark Twain, è importante rendersi conto della propria ignoranza.

POLITICHE FISCALI PRUDENTI E PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA

Siamo convinti che i nostri risultati siano importanti alla luce del dibattito in corso sulla politica fiscale. Possono esserci molte valide (e meno valide) ragioni a favore di una politica fiscale restrittiva, anche in fase di recessione. Non intendiamo qui entrare nel merito di questo dibattito. Tuttavia, i nostri risultati mostrano che non c’è alcuna evidenza statistica a sostegno dell’ipotesi che un elevato debito pubblico possa nuocere alla futura crescita delle economie avanzate. Pertanto, riteniamo che la relazione tra debito e crescita non dovrebbe essere usata come uno degli argomenti a favore del consolidamento fiscale.
L’assenza di un effetto negativo del debito sulla crescita non implica che i paesi siano in grado di sostenere qualunque livello di debito. Esiste, ovviamente, un livello oltre il quale il debito diventa insostenibile e un livello del rapporto tra debito e Pil in corrispondenza del quale gli effetti distorsivi del debito sull’economia si fanno sentire. I nostri risultati, tuttavia, sembrano suggerire che le economie avanzate all’interno del nostro campione si attestano ancora al di sotto della soglia oltre la quale il debito inizia a generare effetti negativi sulla crescita.
Può esistere un canale alternativo attraverso cui elevati livelli di debito producono effetti negativi sulla crescita. In presenza di equilibri multipli, un governo solvente con un elevato debito può decidere di attuare politiche fiscali restrittive con l’obiettivo di ridurre la probabilità che un cambiamento nel sentiment dei mercati possa fare aumentare gli spread e portare il paese verso l’insolvenza. Queste politiche, a loro volta, potrebbero rallentare la crescita, specialmente se attuate in un periodo di recessione. (3) In tal caso, sarebbe corretto sostenere che il debito provoca una riduzione della crescita, ma soltanto perché un indebitamento elevato genera panico e politiche restrittive.
Se, da un lato, questa interpretazione giustifica politiche di lungo periodo dirette a ridurre il debito, dall’altro implica che i paesi non dovrebbero attuare politiche restrittive durante una recessione perché sono la ragione del legame negativo tra debito e crescita. Ciò nonostante, i policy-makers potrebbero non avere alternative nel caso in cui siano sotto pressione da parte dei mercati. Per questo motivo, è necessario sia attuare politiche fiscali prudenti, sia avere un prestatore di ultima istanza che escluda la possibilità di equilibri multipli. (4)
In sintesi, la nostra interpretazione dell’evidenza empirica sulla relazione tra debito pubblico e crescita nelle economie avanzate può essere così sintetizzata: (i) molti studi mostrano come il debito sia negativamente correlato con la crescita economica; (ii) nessun lavoro dimostra in maniera incontrovertibile che il debito genera un effetto causale sulla crescita; (iii) il nostro studio suggerisce che il nesso di causalità non esiste.
Benché certi della solidità dei nostri risultati, siamo consapevoli del fatto che possono apparire controversi. Tuttavia, i primi due punti rimangono indiscutibili. Pertanto, che il debito pubblico abbia un effetto causale negativo sulla crescita economica rimane un fatto ancora da dimostrare.

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