Banana MarketsE ora chi dice alla Merkel che il fiscal compact è “irrilevante”?

Per la maggioranza degli investitori europei specializzati in titoli di Stato il fiscal compact è utile ma “marginale” nella risoluzione dell’eurocrisi. E dire che appena 48 ore fa, il giorno dopo ...

Per la maggioranza degli investitori europei specializzati in titoli di Stato il fiscal compact è utile ma “marginale” nella risoluzione dell’eurocrisi. E dire che appena 48 ore fa, il giorno dopo la vittoria di Hollande alle presidenziali francesi, il Cancelliere tedesco Angela Merkel lo ha difeso ancora una volta con le unghie e con i denti, dichiarando nel corso di una conferenza stampa che un accordo già firmato da 25 Paesi (precisamente lo scorso 9 dicembre) non è «oggetto di negoziazione». Peccato che chi si occupa fisicamente di comprare e vendere il debito europeo non lo ritenga uno strumento fondamentale nel mettere in sicurezza l’unione monetaria europea. 

A dirlo è un sondaggio condotto da Fitch, una delle tre agenzie di rating contro il cui oligopolio, peraltro, si è più volte scagliato il commissario al Mercato interno Michel Barnier. Soltanto per il 25% dei trader sul reddito fisso il fiscal compact è uno strumento in grado di risolvere definitivamente l’eurocrisi, mentre per il 58% degli intervistati è positivo ma «marginale», mentre per il 17% del panel è «irrilevante». 

C’è di più: rispetto al primo semestre 2012, la percentuale dei manager che hanno espresso una visione negativa sull’economia comunitaria si alza dal 58 al 71%, mentre il 79% di essi è preoccupata di più dal peggioramento delle condizioni di rifinanziamento dei Paesi europei. Risultato, ben il 49% del panel ha inserito i Paesi “sviluppati”  come ultima scelta d’investimento consigliata ai propri clienti, rispetto al 31% del primo semestre 2012. Si tratta di un livello peggiore del secondo semestre 2010 (46%) in piena crisi ellenica. 

Sarà interessante capire se e come cambierà ora la retorica dei leader europei non soltanto sulla scia di Hollande, ma anche sulla base di evidenze come questa. Esempio: oggi il presidente del Consiglio Mario Monti oggi ha rassicurato che per i prossimi tre anni gli investimenti per la banda larga e l’agenda digitale «non andranno contati ai fini del Fiscal Compact», sentendosi poi in dovere di specificare che «non c’è proprio niente di elusivo della disciplina di bilancio». Altro esempio: il ministro delle Finanze irlandese, Michael Noonan, aveva minacciato gli elettori del Paese che se non avessero votato il fiscal compact nel referendum del 31 marzo scorso si sarebbe verificata una fuga degli investitori stranieri. Per i quali, stando a Fitch, il fiscal compact è «marginale». E ora come la mettiamo?

Di seguito la nota stampa di Fitch:

Fitch: European Investors Say Fiscal Compact Won’t Solve Crisis Endorsement Policy

09 May 2012 9:21 AM (EDT) Fitch Ratings-London-09 May 2012: European fixed-income investors are unconvinced by recent policy efforts to solve the eurozone crisis, indicating that additional measures are needed, according to Fitch Ratings’ quarterly investor survey of asset managers’ outlook for the credit markets.

The majority (58%) of investors think the eurozone fiscal compact is positive but marginal in solving the crisis, while only 25% regard it as an important policy innovation bringing crisis resolution closer; 17% view it as an irrelevance.

In our view, the fiscal compact is an important step towards building confidence in fiscal discipline in the eurozone, but additional measures are indeed needed. These are likely to include some dilution of national fiscal sovereignty; potentially some partial mutualisation of sovereign liabilities and resources; as well as measures to enhance pan-eurozone financial supervision and intervention, combined with further institutional reforms to strengthen eurozone economic governance.

Respondents also expressed a more negative view on fundamental credit conditions for the sector – with 71% believing these will deteriorate, up from 58% in the Q112 survey. This is in line with Fitch’s negative outlook on most eurozone sovereigns. Investors were also concerned about refinancing prospects, with 79% voting it the most challenged sector – an all-time-high. This dissatisfaction resulted in 49% of investors electing developed sovereigns as their least favoured investment choice. This is up from 31% in the last quarter – and is a new high, beating the 46% recorded in Q210 during the midst of the Greek crisis.

We expect the eurozone to ‘muddle through’ the crisis as economic adjustment proceeds, combined with gradual (if halting) steps towards closer fiscal and economic integration. However, other outcomes cannot be ruled out, particularly until economic recovery is underway and unless there is greater progress in reforming the eurozone. Our report The Future of the Eurozone: Alternative Scenarios looks at different possible outcomes to the base case, including a Greek exit. The probability of different scenarios and their impact are inherently uncertain.

The Q212 survey was conducted between 27 March and 4 May, and represents the views of managers of an estimated USD5.6trn of fixed-income assets. The complete results of Fitch’s quarterly European Senior Fixed Income Investor Survey will be published in a report in mid-May. 

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