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 “Non serve un’ideona per la crescita”. Quella che ai più era parsa una battuta, in realtà è ormai la principale (unica?) linea guida proposta dal ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera...

“Non serve un’ideona per la crescita”. Quella che ai più era parsa una battuta, in realtà è ormai la principale (unica?) linea guida proposta dal ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera. Fra i principali destinatari dell’indicazione si può annoverare la task force istituita dallo stesso Passera con l’obiettivo di elaborare un piano per le nuove imprese dell’economia digitale, le cosiddette startup. Un ambito con un notevole potere di attrazione in termini di competenze, risorse e visibilità, tanto da monopolizzare il pur vasto campo della creazione d’impresa. Se però l’ideona non serve, allora si potrebbe proporre un piano per la creazione di nuove imprese digitali, ma anche per la digitalizzazione di quelle esistenti. Non è solo questione di banda larga o di efficientamento dei processi produttivi. L’obiettivo, più ambizioso, è di accompagnare una più profonda ristrutturazione aziendale. Le nuove tecnologie dell’informazione e della conoscenza, infatti, ridefiniscono alla radice il sistema relazionale dell’impresa, assegnando una nuova centralità al rapporto con i clienti e l’ecosistema. L’obiettivo quindi è di colmare il “divide” non solo digitale ma organizzativo e culturale tra imprese e nuove tecnologie. Altrimenti il rischio è che le imprese considerino questi strumenti un mero optional depotenziando l’innovazione. E, al contrario, che le tecnologie assumano la conformazione di prodotti standard fagocitando le peculiarità dei modelli d’impresa.

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