Negli anni ’90 si parlava di riforme, c’era la crisi fiscale e si discuteva del futuro dell’Italia e dell’Europa. Esattamente come oggi.
Negli anni ’90 c’era anche fermento nel campo liberale: molti credettero che i vecchi equilibri della politica potessero venire infranti da Tangentopoli, e molti altri che potessero venire infranti dalla discesa in campo di Berlusconi. I venti anni successivi hanno falsificato tutte queste speranze, piuttosto infantili.
Anche oggi c’è fermento nel liberalismo. Con il crollo della fiducia nella politica e nei partiti, molti parlano di cose nuove. Dieci giorni fa avevo sentito parlare di una costituente liberale. Ieri di Zero+, una ‘costituente’ per un movimento liberale per suggerire le necessarie riforme. Oggi leggo Carlo Lottieri parlare di un Costituente Libertaria.
Quali sono le condizioni sotto cui un movimento acquisisce peso, e dunque potere ‘sociale’?
- Adotta un’ideologia diffusa e compresa da tutti come punto focale per direzionare i propri sforzi e spiegare le proprie posizioni
- E’ nell’interesse di gruppi sociali organizzati che hanno intenzione di “usare” tale movimento e di sostenerlo
- Impiega slogan comprensibili e che colpiscono aspetti importanti dell’immaginario popolare
Questi tre aspetti sono problematici per il liberalismo, che a riguardo è messo malissimo: ecco dunque da dove cominciare per poter iniziare a pesare. Tutto ciò che non tocca questi tre punti (e forse altri) è wishful thinking.
Qualcosa occorre fare, ne va del futuro del paese.
Qualunque cosa accada, però, non darà alcun risultato prima di almeno un decennio. Oggi non esistono le basi su cui iniziare a fare qualcosa. Se l’Italia avrà un futuro liberale, o un futuro tout court, lo si scoprirà non prima del 2025. La speranza è che questo paese abbia abbastanza tempo a sua disposizione per potersi permettere il lusso di aspettare così a lungo.
Io il 9 Giugno vado a vedere che si dice a Zero+, con l’intenzione di parlare non di programmi (su cui i liberali sono d’accordo), non di partiti (che sono tutti illiberali), ma di strategie: è possibile superare gli ostacoli 1, 2, 3? Se la risposta è no, tanto vale lasciar perdere.
Venite anche voi. Tanto gli altri immagino parleranno di cose meno folli.
Pietro Monsurrò
PS Su Libertiamo spiego perché i problemi non sono esclusivamente dovuti né all'”elite dominante” né al “popolo italiano”: la cultura atomistica, illiberale e servile del paese e l’abiezione morale e intellettuale dell’establishment sono due problemi che si rafforzano a vicenda.