Trentamila tifosi ebbri di gioia allo stadio Olimpico, una squadra impazzita tra felicità e commozione. Poi il corteo lungo le vie di Napoli per celebrare una Coppa Italia tanto attesa quanto desiderata alle pendici del Vesuvio. Nel frastuono dei festeggiamenti, i più hanno perso un dettaglio significativo, poi trasformatori in slavina polemica.
Post partita di Napoli-Juventus. Aurelio De Laurentiis entra nella sala stampa dell’Olimpico per incontrare i giornalisti e, nel fiume di dichiarazioni, non rinuncia all’ennesimo attacco frontale al primo quotidiano sportivo italiano. “Dedico questa vittoria alla Gazzetta dello Sport che manda a Napoli i suoi giornalisti juventini, per aver perso una sola volta contro di loro da quando siamo tornati in serie A. Sembrava una tragedia, ma stasera ci siamo riscattati”.
Esternazioni al vetriolo, poca ironia e tanto sarcasmo. Roba da polemica fatta e servita. Il tutto contro una presunta linea editoriale anti-Napoli costruita dalla rosea tramite zelanti inviati a Castel Volturno di cui non si fanno i nomi anche se, sulle pagine napoletane della Gazzetta, si leggono spesso le firme di Mimmo Malfitano e Gianluca Monti.
Mentre media e tifosi festeggiavano la Coppa, nella redazione milanese sono fioriti i malumori, poi sfociati nel contrattacco. Formale e inappuntabile come la nota del comitato di redazione partorita nelle ultime ore. “Aurelio De Laurentiis – si legge – ha pubblicamente attaccato la Gazzetta e i suoi giornalisti in modo misero e volgare, come suo costume in occasione di queste esternazioni”. La lettera prosegue rivendicando “l’indipendenza di giudizio e l’obiettività nei confronti delle notizie” da parte della rosea, che poi chiede alle istituzioni calcistiche “di stigmatizzare il comportamento del loro tesserato, prendendo se possibile provvedimenti”.
Al piccatissimo comunicato si accoda la reprimenda del direttore Andrea Monti che apostrofa De Laurentiis come “ottimo presidente e pessimo polemista”. “Di fronte alle sue sparate – prosegue Monti – le abbiamo provate tutte, ha bisogno di un nemico anche se nemico non è”. “Se De Laurentiis vuole rovinarsi la più bella festa dai tempi di Maradona è padrone di farlo. Ciò che non può fare è decidere i nomi dei giornalisti che seguono la sua squadra”. Uno a uno e palla al centro.
D’altronde le stanze sportive di Via Solferino non sono nuove alle sortite del vulcanico presidente partenopeo che, supportato da alcuni siti tematici, se l’è presa per articoli e indiscrezioni di mercato che mettevano le mani sull’argenteria Hamsik-Cavani-Lavezzi. Un anno fa, nel corso di un’intervista a Radio Marte, De Laurentiis sbertucciava il direttore “juventino” della Gazzetta nonché il suo inviato a Napoli, anch’egli, a suo dire, bianconero. “Potrei pure pensare che stia camuffando il gioco per portare Hamsik alla Juve”.
Poi, la scorsa estate, show e applausi durante la conferenza stampa di presentazione di Inler. Alla domanda di un giornalista della rosea rivolta al centrocampista, il patron si impossessa del microfono per rimproverare la “iettatrice Gazzetta dello Sport” e ammonire il cronista: “la tua domanda rompe soltanto i coglioni”. Il futuro è tutto da scrivere, ma il colore della carta, c’è da scommetterci, quello di sempre.