Ricordate la campagna di disinformazione legata ai referendum sull’acqua dell’anno scorso? “Acqua pubblica”, “acqua bene comune”, e così via con le barzellette, i luoghi comuni, gli slogan vuoti per ingannare gli elettori.
Noi avevamo provato a fare un po’ di informazione, anche tramite l’IBL. Ma era una goccia in un oceano di balle.
Poi c’è stata l’assurdtà di Vendola criticato perché dopo il referendum si è improvvisamente scoperto ciò che tutti gli economisti sapevano perlomeno da cento anni: che l’impiego del capitale è un costo reale, non una cospirazione della borghesia.
E poi, ricorda la Conte dei Conti, ci sono state le perdite con i derivati, le rinunce a rifarsi sugli amministratori, e, nonostante la necessità di finanziamenti per nuovi investimenti, gli utili distribuiti all’unico socio, la Regione. Parrebbe che il mondo reale resista, testardamente, alla miseria del dibattito pubblico.
Di oggi è la notizia che Vendola sta provando a privatizzare l’acqua pubblica.
Viene il dubbio. Non sarà che i Comitati per il Sì hanno raccontato un bel po’ di balle? Se hanno vinto i referendum, hanno avuto ragione, o almeno le loro ragioni. Ma rimane un fatto: chi vota per il controllo pubblico vota per farsi prendere in giro. I fatti sono testardi, e sono pure un bel po’ str…
Noi liberali continueremo a fare le Cassandre di un paese che sta andando alla deriva per il cinismo della sua classe dirigente e l’immaturità della sua società civile.
Comunque, una buona notizia: viva Vendola “liberista”*!
Pietro Monsurrò
* La parola non ha alcun significato, è sinonimo di “liberale”.