“Celebreremo il 2 giugno e lo faremo sobriamente”, queste le parole di Napolitano, che si oppone in maniera ferma all’appello partito dal popolo della rete che voleva l’annullamento della parata militare per festeggiare i 66 anni della Repubblica. Un sentimento (questo si) davvero popolare dovuto al nuovo fenomeno sismico che si è abbattuto in Emilia ed ha sconvolto l’intera nazione. Nonostante il secco “NO” del Colle, il sangue delle decine di vittime cadute sotto le macerie ha generato una presa di coscienza collettiva, un segnale di quanto in tempi di crisi la gente preferisca la pratica alle parole, gli sforzi concreti alle sfilate.
Quella del 2 giugno è la data in cui gli Italiani hanno scelto la Repubblica, decidendo di costruire insieme un Paese democratico, ed ora che quel Paese sta cadendo a pezzi il suono degli stivali che marciano sull’asfalto striderà, e non poco, con il doveroso silenzio che si dovrebbe tenere e con l’operosità che si potrebbe mettere in campo se quelle 6000 mani fossero messe a disposizione dei paesi terremotati anche solo per un giorno. Sarebbe, quella sì, l’immagine di un paese che si scorcia le maniche e che, potrebbe finalmente mostrare, come sostiene Napolitano “la volontà di un rinnovato spirito di solidarietà nazionale”. Senza considerare i 3 milioni di euro che verrebbero destinati alla ricostruzione. Mi auguro che almeno si abbia il buon senso di annullare il pranzo di gala del 1 giugno…
Nulla da fare per l’appello del popolo del web che comunque non sembra arrendersi. I social network anche in questo caso hanno giocato e stanno ancora giocando un ruolo fondamentale. Mentre su twitter l’hastang #no2giugno è il più popolare, su facebook migliaia di utenti hanno copiato sulla loro bacheca un messaggio da destinare al Presidente della Repubblica (con link annesso https://servizi.quirinale.it/webmail/)
“Egregio Presidente Giorgio Napolitano
Lei ha chiesto ai giovani di aprire porte e finestre, anche qualora le trovassero chiuse.
Le chiediamo con tutto il rispetto di dare l’esempio: apra porte e finestre alla solidarietà; trasformi il 2 giugno da festa della Repubblica militare a festa della Repubblica solidale.
Annulli la parata, che l’anno scorso era costata 4,4 milioni di euro e che, secondo il ministero della Difesa, quest’anno costerà quasi 3 milioni di euro.
Quei denari siano investiti in opere di solidarietà con la popolazione stremata dal terremoto e quei contingenti chiamati a sfilare vengano utilizzati nelle zone bisognose di aiuti.
Grazie con tutto il cuore.”
Su firmiamo.it, in poche ore, la petizione lanciata per annullare la parata ha già raggiunto le 9000 firme (http://www.firmiamo.it/pro-terremotati–stop-alla-parata-del-2-giugno) mentre sul post viola sono già più di 30.000 (http://violapost.it/?p=8479)
I consensi non si sono limitati al mondo virtuale, Antonio Borghesi (Idv) ha avanzato in Parlamento una richiesta per destinare “quanto si risparmierebbe ai terremotati”, sulla stessa linea Vendola (Sel) e Ferrero (Prc) ma anche il settimanale dei Paolini, Famiglia Cristiana “per risparmiare, ma soprattutto per lanciare un segnale di sobrietà e di condivisione del dolore di coloro che piangono i propri cari vittime del terremoto”, magari per risparmiare si potrebbe rinunciare anche alla visita del Papa a Milano…