Cara lettrice, Caro lettore,
è arrivata da un caro amico di Londra la foto che ritrae Sua Altezza Reale il Principe del Galles, Charles Philip Arthur George, intento nella somma arte del taglio sartoriale in un laboratorio sito nella fortezza per gentiluomini: l’insigne Savile Row. Quale grazia, quale contegno. D’altronde Carlo è uomo formato alla società dalla scuola Gordonstoun in Scozia e successivamente dal Trinity College di Cambridge. Quando si usa dire che “la premessa è a tutto vantaggio della garanzia” probabilmente ci si riferisce a lui.
Com’era marziale S.A.R. nella uniforme da viceammiraglio della Marina Reale Britannica il 29 luglio 1981 quando aspettava con pazienza militare che Diana Spencer attraversasse la St Paul’s Cathedral di Londra. Matrimonio regale, che commosse le donne di tutto il mondo e gonfiò le tasche di chi spillava birra. Numerosi furono, infatti, i cheers che si udirono per le contee di tutto il Reame quel giorno. Le nozze reali, quale estasi per tutti i gentiluomini invitati a corte. Sempre che il matrimonio sia regale e si tenga riguardosamente alla consuetudine.
Ad esempio, scrive incautamente il Principe Vittorio Emanuele di Savoia nel libro “Storia di un principe in esilio” edito da Rizzoli: “Con Corrado Agusta, ed il suo segretario Franco Chiesa, in un negozio abbiamo comprato due fedi, in un altro un bouquet preconfezionato, poi siamo andati davanti ad un giudice di pace, il quale ci ha sposato. Era l’11 gennaio del 1970, a Las Vegas, Nevada, Usa. Matrimonio civile di cui non informai nessuno, neanche i miei genitori” . Quanta e quale mestizia nelle nozze d’impeto, consumate in una chiesa del culto del commercio con colonna sonora e lucine al neon. L’impeto, la fretta, la segretezza di un impulso, che in un sol colpo cancellano il nome del Principe Vittorio Emanuele di Savoia e dei suoi figli e nipoti dalla linea di successione a guidare la Casa Savoia.
Nacque da quel matrimonio Emanuele Filiberto di Savoia che, espressa rinunzia ad ogni pretesa principesca, si è fatto mettere sotto contratto da un’emittente del digitale terrestre per misurarsi, tra le altre cose, come spalatore di letame e spurgatore di fogne.
Ah, come è elegante Sua Altezza Reale il Principe del Galles, Charles Philip Arthur George, in quella sartoria di Savile Row.
Cordialità
GianMaria D’Aspromonte
@giandaspromonte
28 Maggio 2012