Vedere Drogba esultare sotto la curva, guardalo guidare con le mani la tifoseria impazzita è una scena che concede un tuffo nel sogno recondito di ogni bambino. Un’immagine che scava, con una forza inarrestabile, un solco lungo il viso e dona al giuoco del calcio quei colori magici alla base del disegno della sua invenzione, quei colori di cui oggi spesso si perdono le tracce…
E poi la passione nel consolare l’avversario distrutto dalla sconfitta, ma soprattutto le resistenze alla dirigenza che lo richiamava per la cerimonia ufficiale, a testimonianza di quanto fosse assai più preziosa la gioia della vittoria che la vittoria in se… Come se quel momento, solo quell’istante condiviso con i propri tifosi, fosse più importante di tutto, anche di entrare nella storia…
Una vittoria che solo tre mesi fa pareva impensabile, quando i Blues vennero a Napoli a ricevere lezioni di calcio. Poi la storia è cambiata, e come spesso avviene, una variabile incalcolata (ed incalcolabile) ha stracciato il copione del destino riscrivendone un altro molto più fantasioso e lo ha messo nelle mani di un altro italiano, Roberto Di Matteo, che in cento giorni ha portato i londinesi lì dove non erano mai arrivati, senza però guadagnarsi la riconferma del ricco magnate Abramovich, quando si dice “il fiuto per gli affari”…
Ora la favola potrebbe continuare e da blu tingersi d’azzurro…