Accadde DomaniLe ombre oscure del Sole 24 ore. Un’analisi di Italia Oggi.

La malizia a quelli del gruppo Class non è mai mancata, soprattutto quando si tratta di fare le pulci al gigante-concorrente il Sole 24 ore. Ma le cifre sono cifre. E quelle che il quotidiano Itali...

La malizia a quelli del gruppo Class non è mai mancata, soprattutto quando si tratta di fare le pulci al gigante-concorrente il Sole 24 ore. Ma le cifre sono cifre. E quelle che il quotidiano Italia Oggi ha sfoderato martedì 8 maggio in una intera paginata sono eloquenti, ci dicono che malgrado la cura da cavallo e i contratti di solidarietà, l’uscita di Gianni Riotta e l’arrivo di Roberto Napoletano, le cose sono un po’ migliorate ma la luce del Sole ancora non si vede. Anzi, in alcuni casi è buio pesto. E’ per questo che riproponiamo l’analisi di Italia Oggi ai lettori de Linkiesta e di Accadde Domani. 

Una perdita in aumento e un ulteriore peggioramento della posizione finanziaria netta. La prima trimestrale di quest’anno del Sole 24 ore è a tinte fosche, con margini in peggioramento rispetto ai dati già negativi dello stesso periodo dell’anno precedente (risultato netto: -5,3 milioni) e lo spettro della cassa prosciugata che oggi è sempre più vicino (in soli tre mesi si sono stati bruciati altri 6 milioni). Ma la novità più rilevante non è la negatività ormai endemica dei risultati del quotidiano, quanto il tonfo del settore Professionale, le cui capacità di compensazione delle perdite del resto dell’azienda cominciano a ridursi. Ciò rende sempre più urgente per Confindustria, nella nuova gestione di Giorgio Squinzi, la presa in carico del dossier Sole.

Da una parte c’è infatti il rischio di deriva verso una fase in cui occorrerà mettere denaro in azienda, invece che ricavarne. Dall’altra c’è un tema «etico» rispetto al piccolo azionista Rossi che, se avesse investito 10 mila euro al momento dell’Ipo, se ne trova oggi in tasca circa 1.200, con una perdita di quasi il 90%. Ciò richiederebbe per il Sole un veloce cambio di strategia, basato su una lucida diagnosi dei problemi veri, chiarezza di idee, taglio dei rami secchi, sviluppo di iniziative coerenti e un management coeso e in grado di capitalizzare il potenziale di business del brand, comunque ancora elevato.
 

1. Il buco del quotidiano: il primo trimestre 2012. Il buco nero, si veda la tabella sopra con la fotografia economica del Gruppo, continua a essere il giornale il Sole 24 ore. L’Area del quotidiano allargata (comprendendo, in questa definizione Editrice, System e l’area Digital) vede ulteriormente crescere il proprio passivo rispetto ai dati già marcatamente negativi dell’anno precedente (da -4,8 a -5,3 milioni). Il dato, mitigato dai tagli effettuati da Gianni Vallardi (che poi si è dimesso) nel 2011 nell’organizzazione System, è particolarmente negativo sulla Business Unit del quotidiano, con un passivo che aumenta quasi del 40% in tre mesi (da -5 a -6,9 milioni). E questo si è verificato nonostante il cambio di direzione (da Gianni Riotta a Roberto Napoletano), l’incremento del prezzo, la stagione normativa favorevole, e la riduzione dei costi del personale con prepensionamenti e contratti di solidarietà.

Al riguardo, i comunicati stampa del Gruppo danno forte enfasi all’incremento diffusionale, sciorinando una serie di dati che danno il senso di una situazione molto positiva. Ma, se si considerano anche i ricavi pubblicitari (-8,8%, peggio del mercato), l’Area del quotidiano nel suo complesso non cresce e anzi registra una flessione (-0,4%). Questo dato, vista l’impennata di tirature e foliazioni (anche per il lancio dei nuovi supplementi Impresa e Territorio e Moda 24) ha comportato un forte incremento dei costi, che ha più che bilanciato i benefici derivanti dalla riduzione del costo del personale.

Il risultato finale è un significativo peggioramento del passivo di Editrice. Un peggioramento già chiaro nell’ultimo trimestre del 2011, e che sembra essere stato alla base dello scontro Vallardi-Napoletano, con i progetti editoriali del direttore appoggiati con forza dal presidente Giancarlo Cerutti, e con l’a.d. Donatella Treu passata dal supporto incondizionato di Riotta a quello, altrettanto incondizionato, del nuovo direttore.
 

2. Il Professionale: l’andamento 2012. Peraltro, anche rispetto al Professionale (che nel 2011 sotto la guida di Eraldo Minella, uscito a fine anno, aveva conseguito un ebitda di 36,3 milioni, in crescita rispetto ai 32,5 dell’anno precedente) cominciano a sentirsi i primi scricchiolii. Tutte le tre aree di business (Tax and Legal, Software Solutions, Formazione ed Eventi) hanno un ebitda in flessione rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.

E se la formazione continua a crescere (con un incremento di ricavi del 18,2%, e una redditività che però si abbassa dal 18,3% al 13,9%), la riduzione dei ricavi è particolarmente sensibile sulle due aree più rilevanti, Software Solutions (-7%) e Tax and Legal (-11%). Ed è su queste due che va acceso un riflettore specifico.

Tax and Legal rappresenta storicamente per il Gruppo 24 ore una vera e propria miniera d’oro, con un catalogo di libri, riviste, banche dati e servizi professionali on line che si sono affermati negli ultimi anni, il più delle volte a scapito della concorrenza Wolters Kluwer (a suo tempo guidata dalla stessa Treu).

Per dare un’idea dell’importanza di Tax and Legal, basta dire che nel 2011 ha conseguito un ebitda quasi doppio rispetto a quello del Gruppo nel suo complesso (21 versus 11 milioni). Ebbene, il consuntivo del primo trimestre 2012 di quest’area cruciale è estremamente negativo, con un decremento dei ricavi a indicare la performance peggiore nel settore dell’editoria professionale, il che comporta una perdita secca di quote di mercato del Gruppo 24 ore, e impatti incisivi sull’ebitda.
 

3. Quali le ragioni di questo andamento? I rumors indicano una situazione di sofferenza da tutti i punti di vista. A livello editoriale, la parola d’ordine della centralità del quotidiano sembra non stia curando gli equilibri con Tax and Legal. Il progressivo svuotamento di quest’ultima Area con l’uscita di risorse qualificate e preziose, in alcuni casi passate alla concorrenza, ha alleggerito la qualità della struttura dal punto di vista redazionale e progettuale, riducendone la capacità di innovazione. Il parco autori si è impoverito: nelle ultime settimane Renato Portale, autore del più venduto best seller fiscale, è passato alla concorrente Giuffrè, il che si aggiunge alla recente scomparsa di Bruno Frizzera.

E anche l’assetto commerciale, di recente riorganizzato, pare non stia ingranando. In sintesi, l’obiettivo di Treu di tenuta sui ricavi Tax and Legal (già in partenza non particolarmente ambizioso) non sarà realizzato, e la caccia al colpevole è iniziata: pare già traballi la posizione di Paolo Poggi, da pochi mesi Direttore Generale dell’Area, su cui si vocifera di un pensionamento in tempi accelerati.

Sulla Bu Software Solutions, il trend è ancora peggiore, visto che il margine si è quasi azzerato. L’azienda spiega la dinamica con una caduta dei ricavi di Str, e soprattutto di Data Ufficio (sospensione di due grosse commesse con Inps e Inpdap). Quello che non si comprende è come un decremento di un milione nei ricavi possa comportare un effetto sul margine quasi doppio. L’evoluzione dei prossimi mesi di Software Solutions è pertanto un punto di particolare attenzione, dal momento che una proiezione lineare dei risultati del trimestre porterebbe a un ebitda pesantemente inferiore rispetto a quello del 2011.

In ogni caso non sembra al momento correre rischi Attilio Galleno, Direttore Generale e uomo di fiducia dell’a.d., nonché responsabile acquisti di Gruppo, con un doppio incarico che all’interno non è stato capito, o è stato interpretato nel segno di una conferma della prossima dismissione del settore.
 

4. Gli investimenti sul digitale. Se sul giornale non si vuole intervenire strutturalmente, e se il Professionale comincia a mostrare delle crepe, poco significative, dal punto di vista economico, sono le performance di Radio, Digital e Cultura (area, quest’ultima, che, pur con le ridotte dimensioni, vede accrescere in modo rilevante il proprio passivo). Nel frattempo il focus manageriale dell’a.d. Treu si sta spostando tutto sul digitale. Ma non con la logica dell’estensione e sviluppo di nuovi prodotti adiacenti al core business economico, finanziario e normativo del Gruppo. Il disegno sembra essere piuttosto quello di una diversificazione spinta verso l’orizzonte dell’e-commerce nell’oceano del mass market.

A tal proposito è stata creata una nuova società, Fabbrica 24, una start up su cui sono previste nell’anno ben 40 assunzioni, che deve individuare sbocchi fuori del business tradizionale del Gruppo. Lavorano al progetto un gruppo di fedelissimi dell’a.d., impegnati nella ricerca di uno o più progetti innovativi (che qualcuno all’interno bolla sarcasticamente come «le ideone») che dovrebbero aprire nuovi filoni di business in grado di ribaltare i trend aziendali. Prima iniziativa annunciata è la commercializzazione innovativa di profumi e prodotti di bellezza (Sic. Se qualcuno pensasse a un refuso, può andare al sito www.sugarbox.it per i dettagli).

5. Quale futuro? In questo quadro, la coesione del management non pare granitica, in un mix di frammentazione della struttura, proliferazione di direttori e vicedirettori generali, continue voci di ulteriori avvicendamenti, e politiche retributive poco lineari (nello stesso momento in cui veniva annunciato ai dirigenti che gli obiettivi aziendali 2011 non erano stati raggiunti, e che quindi il piano di Mbo non scattava, è stato riservato dal cda a Treu un bonus consistente, quasi a marcare simbolicamente il fatto che la squadra e il suo capitano sono su barche differenti).

Le prospettive, anche per i trend di mercato in essere, sembrano difficili. Peraltro, e nonostante l’andamento del trimestre, si continua a «prevedere per il 2012 un margine operativo lordo in miglioramento rispetto a quello registrato nell’esercizio appena concluso».

A livello più strutturale, c’è poi una questione di chiarezza rispetto al perimetro del Gruppo, viste le ipotesi di cessione del Professionale o del software di cui si continua a vociferare nella comunità finanziaria.

Tutto ciò che fa sì che il dossier Sole 24 ore sia una patata sempre più bollente nelle mani del neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che probabilmente ipotizzava di affrontarla nel 2013 alla scadenza naturale dell’attuale cda, ma che potrebbe essere obbligato dai fatti a un’accelerazione della sua presa in carico per evitare il rischio di essere il primo presidente di Confindustria che chiede ai soci la ricapitalizzazione del Sole 24 ore.

Il tutto mentre l’azionista Rossi, unico perdente sicuro, osserva il dispiegarsi di eventi poco decifrabili dal punto di vista di una gestione aziendale «normale».

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