■ Chi è Luca De Biase?
Come quarto ospite per la serie Intervistato Journalism Festival, direttamente dal Festival del Giornalismo di Perugia, abbiamo avuto il piacere di intervistare Luca De Biase, giornalista ex direttore di Nova 24 ed esperto di nuovi media.
Luca De Biase ci ha raccontato di quanto importante sia stata per lui l’avventura come direttore di Nova24, in cui ha portato la sua esperienza nel campo dell’informazione sull’innovazione riuscendo a sviluppare un giornale che per la prima volta andava a coprire tutti i fronti: dall’innovazione alla tecnologia passando per ricerca scientifica, creatività e arte.
Abbiamo poi chiesto a De Biase un’opinione sul modello di business dell’Huffington Post, di prossima apertura anche qui in Italia: un classico modello pubblicitario, basato sul riutilizzo di molte informazioni che già sono in circolo, “sagacemente valorizzato”.
Per quanto riguarda la retribuzione di giornalisti e blogger che scrivono online, secondo De Biase “il problema è se possono venire pagati”: il valore dell’informazione non può basarsi solo sull’aggregazione di notizie dentro un buon design. Bisogna aggiungere anche opinioni, punti di vista, ricchezza culturale, e questo può venire da una buona aggregazione di blog.
Anche Nova24 aveva provato a lanciare un aggregatore di blog, Nova100, ben prima dell’Huffington Post, basato sull’idea di una condivisione del pagamento. Il modo in cui funziona la pubblicità non permetteva però di stabilire chiaramente in che modo poter ottenere questa condivisione. Nel frattempo sono nate altre realtà oltre l’Huffington. Tutti i giornali ormai hanno i propri blog, ma se non sono dei giornalisti che scrivono su quel giornale è molto difficile vengano pagati.
Secondo De Biase l’attuale situazione è scorretta, ma non esiste al momento un modello di business in grado di costituire una vera e propria soluzione che elimini lo squilibrio. Un modello basato esclusivamente sulla pubblicità è evidentemente insufficiente.
Nell’intervista, tra le tante altre cose, si è poi parlato di certificazioni di qualità e “bollini di garanzia” per contenuti prodotti solo per l’online, di modelli di business che permettano l’integrazione di digitale e online per quanto riguarda i quotidiani.
Invito tutti a visionare l’intervista, molto ricca di spunti e riflessioni. Buona visione!