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■ Chi è Massimo Mantellini? Durante quest'intervista con Massimo Mantellini, autore del blog Manteblog dal 2002, abbiamo parlato di giornalismo, nuovi media, blog e la loro integrazione, ma anche...

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■ Chi è Massimo Mantellini?

Durante quest’intervista con Massimo Mantellini, autore del blog Manteblog dal 2002, abbiamo parlato di giornalismo, nuovi media, blog e la loro integrazione, ma anche dell’evoluzione della comunicazione corporate e dell’utilizzo dei social in un’ottica di business.

Innanzitutto abbiamo chiesto a Massimo qual è il suo pensiero rispetto all’utilità di avere un blog oggi, proprio in anticipazione del suo panel su questo argomento al Festival del Giornalismo di Perugia. Secondo lui oggi è più che mai utile avere un blog: sebbene oggi abbiamo a disposizione molti altri strumenti, alcuni contenuti non trovano uno spazio migliore rispetto a un blog per essere argomentati, commentati e archiviati. I social media presentano dei grandi vantaggi rispetto al blog, che può essere considerato uno strumento ormai invecchiato, ma che secondo Massimo rappresenta comunque la piattaforma migliore per dei contenuti strutturati.

Per quanto riguarda l’utilizzo di Twitter da parte dei giornalisti mainstream, Massimo è del parere che si tratti di una scia, un’imitazione di quello che viene fatto negli Stati Uniti: alcuni hanno capito il mezzo e ne fanno un buon uso, altri seguono semplicemente l’onda.

Abbiamo chiesto a Massimo come si spiega l’ondata di giornalisti italiani su Twitter, alla luce di queste considerazioni, e lui la interpreta in analogia a quel che era accaduto all’epoca per l’eco dei blog sulla stampa mainstream italiana. Si tratta fondamentalmente di una moda, peraltro ampiamente sopravvalutata per quanto riguarda la stampa “di regime”: per chi ha già un ampio spazio di visibilità sui vecchi media, si tratta di uno strumento in più, che a volte viene sfruttato in maniera adeguata, altre no.

Inoltre abbiamo parlato dell’integrazione di social media, giornalismo tradizionale e blog, che secondo Massimo rappresentano un discorso complessivamente unico. Il giornalismo è cambiato in maniera velocissima in relazione alla crescita della rete, motivo per cui è diventato cruciale saper integrare la propria attività con una funzione di filtro, più che di produzione culturale, data la ricchezza di contenuti esistenti.

Ci sono molte persone interessanti che scrivono in rete, che non hanno un tesserino, ma che rappresentano a tutti gli effetti una risorsa: l’ambiente informativo diventa così più ampio, non più filtrato dal sistema del giornalismo, e conseguentemente più ricco.

Abbiamo chiesto a Massimo qual è la sua dieta mediatica e qual è la sua definizione di giornalismo, che a suo avviso rappresenta una funziona non più prerogativa dei giornalisti, ma che è di tutti coloro che vogliono fare da filtro tra l’opinione pubblica e le notizie.

Infine abbiamo parlato di Eraclito e dell’evoluzione della comunicazione corporate, specialmente in un’ottica di utilizzo dei social media per il business, del Cluetrain Manifesto e delle previsioni per quanto riguarda il futuro di questi strumenti.

Invito tutti a visionare l’intervista, molto ricca di spunti e riflessioni. Buona visione!

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