Mentre scrivo, il Presidente Monti sta ancora parlando su La7, al programma Piazza pulita. L’intervista è cominciata parlando di Grecia, ed è stata detta almeno una cosa interessante. Quindi, anche se mi ero ripromesso di tenere il blog in stand-by fino a che non ritorno effettivamente in Grecia (la settimana prossima) vorrei discutere un puno dell’intervento.
A dire il vero, il programma comincia con il solito filmato-reportage, le solite interviste, immagini delle proteste di fronte al parlamento a piazza Syntagma, violenze della polizia etc etc. In generale, immagini e voci di cittadini greci in difficoltà, tradotti e doppiati da attori non particolarmente bravi a modulre la voce, dato che credo le testimonianze originali (anche a giudicare dalle facce) non suonino tutte così astiose o disperate.
A parte questo, Monti fotografa abbastanza bene la situazione che avevo lasciato ad Atene e nel resto della Grecia. Il degrado, la miseria, e, negli anni precedenti, la spesa pubblica impazzita, la corruzione e l’evasione diffusa, e tutti i guai già detti e ridetti che affliggono la società ellenica e che tanto hanno servito paragoni con l’Italia. Anche l’analisi di Monti è stata abbastanza fair, dato che ho sentito un esplicito giudizio contro le politiche di austerità contenute nel memorandum. Come anche in un’intervista che ho fatto per Linkiesta (http://www.linkiesta.it/elezioni-grecia-ritorno-dracma), Monti ha sostenuto che, pur giuste nel merito, le politiche adottate hanno una tempistica sbagliata, che porta ad amplificare la recessione, e ad un effetto semplicemente contrario. Lo shock per l’economia e società greca sembra semplicente troppo forte, e Tsipras (la sinistra di SYRIZA) o Chrisi Avgi (gli ormai celebri neonazisti) hanno buonissimo gioco ha conquistare il parlamento a suon di slogan antimemorandum o antieuropa.
Monti ha detto però anche un’altra cosa, importante: “La Grecia è un paese che ha perso la sua sovranità”. L’affermazione è vera in un senso, e non vera in un altro. Monti ha ragione a dire che la Grecia ha perso sovranità nel senso più materiale. E’ certamente vero che le decisioni ora sono prese in Grecia dall’UE e dal Fondo Monetario Internazionale, e l’ingovernabilità derivata dall’ultimo risultato elettorale ha solo peggiorato le cose. E la Grecia non ha un governo autorevole da troppo tempo.
Ma c’è un senso in cui l’affermazione di Monti è falsa, o solo parzialmente vera. Si può perdere qualcosa che non si possiede? La Grecia è sempre stato un paese con una forte identità culturale, ma dominato prima dagli Ottomani, poi, pur con la rivoluzione e l’indipendenza, da piccole elités generalmente molto ricche. Queste, in tempi più recenti, sono gli armatori come Onassis, o le grandi famiglie della politica, i Venizélos, o i Karamallìs. Quale sovranità era concessa al popolo? Tenuta appena sopra il livello di sussistenza, con un welfare praticamente solo familiare fino a tempi relativamente recenti, la popolazione ha visto in effetti molti più soldi girare negli ultimi vent’anni, ma quella ricchezza rifletteva, in genere, solo in piccola parte la crescita sociale del paese e quella economica delle sue attività.
Soprattutto, i conti erano truccati, la ricchezza era presa a debito e quindi non creava libertà, ma sudditanza economica. Il sistema si reggeva su una classe politica scadente in molti casi, corrotta in altri, che ha vissuto del sistema stesso e del potere che da esso le derivava. Il discorso con cui Tsipras e l suo partito SYRYZA hanno vinto (moralmente) le ultime elezioni era proprio, in sintesi, questo: “la classe politica precedente ha mentito, e ora siamo servi della Merkel, ma ora questo è finito. Adesso il popolo scende per le strade e gliela fa vedere”. La parte costruttiva è quella che manca: nessuno, neppure SYRIZA, che negli ultimi sondaggi potrebbe anche essere il primo partito, ha una proposta concreta su come uscire dalla situazione presente. Dire chi erano i cattivi, purtroppo, non credo che basterà a fare la rivoluzione.
Una riflessione sulla crescità, e sulla sostenibilità del modello economico greco non è esplicita in nessuno dei partiti politici. E’ questo è gravissimo, in particolare nella situazione attuale. Del resto, con quella riflessione non si vincerebbero le elezioni…Anzi l’unica riflessione organica l’ho sentita fare da un amico, animatore del partito d’ispirazione leninista ANTARSIA (acronimo per unione della sinistra antagonista). Per nulla realistica, ed economicamente infondata, però almeno sembrava una riflessione. La Grecia, la maggioranza dei suoi abitanti, ha una storia di sovranità limitata che va al di là del momento presente. Ora, in questo senso, i nodi vengono al pettine.