Fatti di ScienzaNaufragi, vige il “si salvi chi può”. Gli Schettino, dopo tutto, sono la maggioranza

Non vogliamo entrare nella polemica, oramai stantia, sul comportamento del comandante Schettino in seguito al disastro della Costa Concordia al Giglio. Ma ora uno studio condotto da una coppia di r...

Non vogliamo entrare nella polemica, oramai stantia, sul comportamento del comandante Schettino in seguito al disastro della Costa Concordia al Giglio. Ma ora uno studio condotto da una coppia di ricercatori dell’Università di Uppsala (Svezia) e intitolato Every Man For Himself. Gender, Norms and Survival in Maritime Disasters potrebbe dare una spiegazione scientifica del suo comportamento. Che il comandate e i membri dell’equipaggio agiscano in modi magari discutibili ma che portino così a casa la pelle non è così raro. Anzi, tra tutte le persone a bordo di una nave che sta affondando, i membri dell’equipaggio sarebbero proprio quelli che hanno il tasso di sopravvivenza più alto.

Mikael Elinder e Oscar Erixson hanno deciso di verificare se il motto “prima donne e bambini” è una fedele rappresentazione della realtà o si tratta di un’invenzione di Hollywood. I due ricercatori hanno analizzato 18 disastri marittimi avvenuti tra il 1852 e il 2011. I risultati su questa particolare popolazione di oltre 15 mila individui provenienti da 30 diversi paesi del mondo hanno mostrato che le donne non hanno nessun vantaggio durante un naufragio. Anzi, il caso ben noto del Titanic, in cui furono molte di più le donne a salvarsi rispetto agli uomini, non è, dicono gli autori dello studio “rappresentativo dei disastri marittimi in generale”. Nei casi studiati, i maschi hanno una probabilità di salvarsi che è quasi un terzo più alta di quella delle donne. Sarà perchè sono più robusti? Se lo domandano anche i ricercatori svedesi.

Tra i dati presentati dallo studio colpisce di più che i comandanti della nave hanno una probabilità ancor maggiore dei passeggeri maschi di sopravvivere, nonostante che per l’immaginario collettivo dovrebbero essere sempre gli ultimi ad abbandonare la nave. Tra i casi presi in considerazione poco meno di un comandante su due si è salvato, facendo sorgere la domanda di quanti altri di loro abbiano trascurato di aiutare i passeggeri ad abbandonare la nave. O per dirla con il lessico da bar dello scorso gennaio “abbiano fatto lo Schettino”. Ancora più impressionante è il tasso di sopravvivenza dei membri dell’equipaggio, ben superiore al 60%: più alto di quello dei comandanti e più che doppio rispetto a quello dei passeggeri di sesso femminile.

Insomma, concludono gli autori dello studio, più che “prima donne e bambini” la norma sembra essere “ogni maschio per sè”. Allora tutto questo dare addosso a Schettino (si veda per esempio la voce relativa sulla Nonciclopedia) è stata di certo un’esagerazione: cercava solo di rientrare nelle statistiche. Chi si sentiva di essere lui, semplice comandante di una nave di crociera, di fronte all’ineluttabilità della Storia e alla precisione della Statistica? (marco boscolo)

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