“Questo Paese è devastato dal dolore” ma presto dimenticherà tutto.
Non è un incipit ad effetto è la tristezza per quello che, forse, accadrà. E’ già successo altre volte.
Dopo i ripetuti: “assassini”, “bastardi”, “non si può morire così”, “la devono pagare”, “siamo solidali con le famiglie colpite”, “siamo tutti brindisini”, “siamo sotto shock”, “non ci sono parole”, “mafiosi”, “maledetti”…
Dopo le manifestazioni, le dirette tv, lo sciacallaggio di alcuni giornalisti, gli show televisivi con tuttologi addolorati, la carrellata di immagini di parenti e amici disperati, delle lacrime, dei quaderni macchiati di sangue, dell’asfalto rosso, di frasi strappate a testimoni increduli…
Dopo i funerali, i pianti, la bara o le bare bianche, i fiori colorati, la commozione nazionale, le frasi delle autorità, il cimitero, le promesse di giustizia che suonano così forti da sembrare reali, il turismo della tragedia, i ricordi delle altre stragi, i fiumi di parole, le targhe con i nomi…
Dopo che calerà il sipario cosa succederà dentro di noi, cosa succederà in Italia?
“Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali…”
Non c’è altra canzone da ascoltare oggi…
W l’Italia?