Il picchio parlante#quinta4president, e non “uno qualunque” all’Agcom!

Sono momenti cruciali per il futuro del sistema di informazione&comunicazione, e per tutto il sistema infrastrutturale intorno allo stesso: uno degli ambiti sul quale il futuro del nostro Paese è t...

Sono momenti cruciali per il futuro del sistema di informazione&comunicazione, e per tutto il sistema infrastrutturale intorno allo stesso: uno degli ambiti sul quale il futuro del nostro Paese è tutto ancora da giocare. Anche se il divario con gli altri competitors cresce sempre più, il settore dell’innovazione può offrire ancora grande chanches ed è per anche per questo motivo che da ieri è partito in rete una mobilitazione per chiedere la scelta di una persona competente alla guida dell’Agcom: il prescelto, che è entrato da subito nelle grazie di molti, è Stefano Quintarelli. (http://blog.quintarelli.it/about.html)

Un’autorità di vitale importante come l’Agcom, sarà chiamata ad attuare una liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni, a vigilare sulla qualità e modalità della distribuzione dei servizi, a tutelare il diritto d’autore e il pluralismo sociale. Temi particolarmente delicati, ed anche di una certa urgenza: ricordiamo che l’asta delle frequenze Tv ancora deve trovare una via d’uscita, e il passaggio al digitale terrestre ancora non è stato portato a termine in diverse regioni.

Se poi pensiamo anche al fatto che a breve verrà finalmente varata un’agenda digitale tutta made in Italy, e che da questa le dissestate finanze pubbliche nostrane potranno ricavare quasi 20 miliardi di benefici fino al 2013, la partita diventa ancora più interessante. Non è un caso che la web economy sia un potenziale di assoluto valore, ed è chiaro che in questo settore sarebbe un bel colpo per gli interessi lobbystici piazzare un un uomo fidato (o meglio un altro, dopo Calabrò) che sappia appunto salvaguardare i privilegi acquisiti e frenare l’accesso di nuove idee.

Come non è un caso che questa possibilità, l’Italia non può lasciarsela sfuggire: la terza rivoluzione industriale è alle porte, ed una persona incompetente in un centro strategico come questo sarebbe un duro colpo che influirebbe ancor di più sul declino dell’Italia. Lasciando spazio invece, ad un pò di sana meritocrazia, si potrebbe dare spazio ad una moltitudine di startup e privati cittadini di crescere e prosperare grazie a delle direttive amministrative in grado di dargli ampio respiro.

Ps: mentre scrivo questo post la la petizione (http://www.firmiamo.it/stefano-quintarelli-4-president) per quintarelli 4 president ha già oltrepassato la soglia (da raggiungere) delle 10mila firme!

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