Ok, sono consapevole che il titolo del post forse è un po’ troppo sensazionalistico, ma quello che ho potuto vedere questa mattina mi ha sconvolto parecchio.
Premessa: in Piemonte i ferrovieri oggi hanno deciso di scioperare e hanno tutte le ragione per farlo. La riorganizzazione del sistema ferroviario decisa dalla Regione in accordo con l’azienda potrebbe ridurre i posti di lavoro e le possibilità per i pendolari. Saranno 12 le linee che in tutta la regione verranno tagliate e che saranno sostituite dal trasporto su gomma.
I piemontesi si sono dunque recati in stazione e hanno scoperto di non avere alcuna garanzia sull’orario di partenza e di arrivo dei treni; della stazione dalkla quale sarebbero partiti e in quella in cui sarebbero arrivati: nulla di differente dal solito vivere quotidiano.
Ho sempre creduto che lo sciopero per definizione dovesse creare qualche piccolo disagio nel cittadino: un giorno si stringono i denti e si porta pazienza. Nel caso dello sciopero dei treni però tutto sembra più complicato anche se le opzioni alternative sarebbero molte: basterebbe optare ad esempio per una stazione differente dalla solita. Probabilmente però la troppa tecnologia che ci circonda in qualche modo ci ha atrofizzato il cervello perché evidentemente non siamo più in grado di mettere in partica la famosa arte di arrangiarsi.
Io, consapevole che oggi ci sarebbe stato lo sciopero dei treni, ieri sera mi sono informato sulle fasce garantite e questa mattina sono arrivato in stazione in anticipo lasciandomi aperta la strada del viaggio in auto.
Attorno a me anziani che chiedevano ogni due per tre la stessa cosa al capo stazione, ignari che, come da 100 anni a questa parte, nelle stazioni ci sono tutte le informazioni scritte sui cartelloni appesi nelle sale d’aspetto. “Il treno per Torino Porta nuova partirà con un vistoso ritardo” – annunciavano dal megafono e contemporaneamente partiva quello per Torino Stura che si ferma a Torino Porta Susa che è a 20 minuti a piedi da Porta Nuova. Invece di passare il tempo a dire che il paese è uno schifo i pendolari scandalizzati avrebbero potuto leggere, ma ormai siamo troppo pigri per trovare soluzioni per conto nostro.
Sul treno prima di scendere ho visto anche una donna piangere. Al telefono con il marito gli spiegava che non sapeva come fare in preda ad una vera e propria crisi di panico. Siamo potenti davanti ad un pc, ma siamo troppo soli e deboli nella vita di tutti i giorni.