MillelibriSole, mare e un libro imperdibile: La vendetta del traduttore

Sono appena rientrata da una splendida vacanza in Egitto e da buona amante dei libri su carta, avevo scelto cosa leggere imponendomi di non esagerare. Non volevo trascorrere tutto il mio tempo sott...

Sono appena rientrata da una splendida vacanza in Egitto e da buona amante dei libri su carta, avevo scelto cosa leggere imponendomi di non esagerare. Non volevo trascorrere tutto il mio tempo sotto l’ombrellone immersa tra le pagine.

Quando però ti trovi tra le mani un romanzo così avvincente, così “nuovo”, così particolare, non puoi fare a meno di finirlo in due giorni, rimanendo spiazzata pagina dopo pagina e capendo la nota del traduttore italiano Elena Loewenthal che scrive:

Ci sono libri che si amano, libri che si odiano. E libri che si invidiano a chi li ha scritti. L’invidia è un sentimento temibile, corrosivo e inossidabile: ti scava dentro come uno stillicidio, goccia a goccia a goccia… Con questo libro è stata invidia a prima vista.

Come darle torto? La vendetta del traduttore, di Brice Matthieussent, edito da Marsilio, è stata una scoperta.

Un beffardo traduttore si ribella al libro mediocre che sta traducendo e lo cancella progressivamente moltiplicando ed espandendo le note a piè pagina, le famose N.d.T, che usa per dare voce al disgusto che gli provoca il romanzo, al disprezzo che nutre per il suo autore e soprattutto per riferire le ferite inflitte al testo: prima elimina aggettivi e avverbi superflui, poi paragrafi e infine intere pagine, facendo spazio alle proprie considerazioni, sogni, digressioni.
Ma i protagonisti di Translator’s Revenge, il romanzo americano tradotto in modo così poco ortodosso, s’insinuano inesorabilmente nel testo che leggiamo: Abel Prote, noto e irascibile scrittore francese sul viale del tramonto, autore di un romanzo intitolato (N.d.T), e David Grey, il giovane traduttore newyorkese che ama travestirsi da Zorro, il “vendicatore mascherato”, che lo sta traducendo in inglese.
E’ un vero e proprio romanzo nel romanzo che prende corpo, costellato di passaggi segreti, amore, odio, tradimenti, colpi di scena. Finché il traduttore trionfa sull’autore e s’insedia nella parte alta della pagina per proseguire meglio la propria storia.
Brice Matthieusent, utilizzando con virtuosistica maestria ogni sorta di artifici e giochi d’artificio letterari, sviluppa una riflessione su cosa lega un traduttore all’autore che traduce (e la traduzione al testo originale) in un romanzo al tempo stesso sofisticato e divertente, colto e trascinante, un gioco di specchi e scatole cinesi che sarebbe piaciuto a Georges Perec e Raymond Queneau ed è stato un caso letterario in Francia.

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