di Andrea Terzi*
Il Sole 24 Ore del 28/5/2012 riporta alcuni dati macroeconomici dei paesi europei, euro e non-euro, e poi fornisce la sua interpretazione: “Troppe rigidità nei Paesi della moneta unica frenano la crescita e spingono il debito”.
Eppure i dati non contengono nessuna evidenza a favore della tesi che siano le rigidità a frenare la crescita.
Piuttosto, i dati raccontano un’altra verità:
a) In ciascun anno solare, dal 2007 ad oggi, i paesi non-euro sono sempre cresciuti di più e hanno creato più lavoro dei paesi euro.
b) In ciascun anno solare, dal 2007 ad oggi, il disavanzo pubblico nei paesi non-euro è stato più elevato che nei paesi euro.
c) Dal 2007 ad oggi, il debito pubblico rispetto al Pil è raddoppiato nei paesi non-euro, mentre è cresciuto solo di un terzo nei paesi euro.
In altre parole, i paesi non vincolati dalla moneta unica (e che per questo hanno potuto lasciar crescere il disvanzo e il debito) hanno gestito e contenuto la crisi molto meglio dei paesi della moneta unica.
L’articolo si intitola significativamente “Resto della Ue batte Eurozona 3-1” dove l’unico gol dell’Eurozona è proprio il minor deficit.
Il grafico de il Sole 24 Ore fornisce un argomento potente a favore dell’allentamento dei vincoli fiscali e contro l’austerità. Eppure, non se ne accorge.
* Professor of Economics at Franklin College, Switzerlanddocente di economia monetaria, Università cattolica, Milano coordinatore del Mecpoc.