32 febbraioAgcom, Garante della Privacy, Formigoni e De Gregorio: quattro passi indietro

L'ondata tecnica, una nuova aria venuta fuori dalle urne, tempo di "movimenti", di accenni di "Terza Repubblica". Però poi arriva un 6 Giugno qualsiasi, e porta l'Italia quattro passi indietro. Co...

L’ondata tecnica, una nuova aria venuta fuori dalle urne, tempo di “movimenti”, di accenni di “Terza Repubblica”. Però poi arriva un 6 Giugno qualsiasi, e porta l’Italia quattro passi indietro.
Cosa è successo oggi?

Agcom e Privacy

Scadenza di mandato per i componenti delle due authority. Camera e Senato hanno espresso i nuovi nomi per il rinnovo delle cariche. Si è parlato in queste ultime settimane di meritocrazia, di curricula per decretare persone competenti da investire per tali ruoli. Com’è andata effettivamente? L’ennesima spartizione delle poltrone dopo un accordo tra i partiti della maggioranza. All’Agcom arrivano Maurizio Decina, Antonio Martusciello (eletti dalla Camera) e Antonio Posteraro e Antonio Preto (su decisione di Palazzo Madama).

Alla Privacy, invece, l’investitura di Antonello Soro, Giovanna Bianchi Clerici, Augusta Iannini (moglie di Bruno Vespa), Licia Califano.

Polemiche da (quasi) tutti i fronti, dai partiti non coinvolti nella “spartizione” della torta. E’ andata praticamente a farsi benedire la possibilità di una riunione delle Commissioni Parlamentari per valutare il profilo dei candidati.

@Idvstaff e @Radicali fuori dall’aula durante il voto e unici a denunciare spartizione di Authority: non sono tutti uguali #opennomine

— Giulia Innocenzi (@giuliainnocenzi) Giugno 6, 2012

Curricula usati come carta da cesso. bit.ly/NIXibd #agcom

— Antonio Di Pietro (@Idvstaff) Giugno 6, 2012

I partiti scelgono i 4 di Agcom e Privacy senza trasparenza. Ora che la priorità sarebbe la fiducia degli elettori… bit.ly/Kf3fZo

— Roberto Saviano (@robertosaviano) Giugno 6, 2012

De Gennaro

Il Senato, con votazione segreta, ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per Sergio De Gregorio, coinvolto nello stesso filone di indagini del faccendiere Walter Lavitola. 169 i no, 109 sì, 16 astenuti. Il Pdl ha chiesto lo scrutinio segreto (contrari Pd e Idv) e i franchi tiratori hanno “graziato” il collega senatore. Lusi, senatore ed ex tesoriere della Margherita, ha respinto l’idea di un accordo politico per il no alla richiesta.

Formigoni

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha votato contro la mozione di sfiducia, presentata da Pd, Idv e Sel, nei confronti del presidente Roberto Formigoni. La Lega, con un passo indietro rispetto alle dichiarazioni, ha deciso di salvare il governatore. 28 i sì, 49 i no.

Polemica per l’assenza del capogruppo Pd Caffuri. Ufficialmente in congedo familiare, praticamente in vacanza in Grecia. E a rischiare la poltrona, adesso, è lui.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter