La vera verità è che non potrei nemmeno lavorare se Elena non ci fosse, non potrei millantare di essere una che fa tutto, non potrei essere la donna e la mamma che sono, che voglio essere.
I miei figli si passano il testimone dell’influenza da settembre, stanno sempre bene attenti a non ammalarsi in contemporanea.
Questo equivale a dire che in teoria per fare compagnia all’uno o all’altra dovrei essere chiusa in casa da circa dieci mesi.
Stamattina per esempio ho temuto di tramutarmi in cenere come un vampiro colpito dai raggi solari. Era da tre giorni che non uscivo di casa (il week end naturalmente) ma ho ricevuto una telefonata improvvisa dai Volturi e sono scappata scortata dai licantropi in redazione.
Anche in questo caso comunque è valsa la regola: no tata, no party.
Mi rendo conto che potersi permettere un aiuto è un grandissimo privilegio, così come poter lavorare potendo contare su un aiuto concreto, affettuoso e costante non ha prezzo.
Prima di Elena collaboravo da casa, mamma full time, in una città che non era la mia e quindi senza mamma vicina. Sola.
Sola fra pannolini, lavatrici, biberon, spesa da fare, camicie da stirare…solissima.
Prima di Elena non avevo mai pensato di prendere un aiuto tutti i giorni ma quando è entrata a casa mia per la prima volta e ha cominciato a parlare con gentilezza a Leonardo e a me incinta di otto mesi, ho capito che avevo bisogno del suo sorriso e di aiuto molto più di quello che volevo ammettere anche con me stessa.
Le colf e le badanti nel nostro paese sono un esercito silenzioso di oltre un milione e mezzo di lavoratori e lavoratrici domestiche, vengono da lontano, spesso da molto lontano e da dietro le quinte, permettono a molte di noi di incastrare ogni giorno tutti i pezzi del puzzle.
Una volta esistevano le famiglie allargate in cui le zie, le nonne e le sorelle si aiutavano l’una con l’altra. Ora, soprattutto nelle grandi città, ogni nucleo mamma-papà-bambino può contare solo sulle sue forze.
Questo significa molte volte una cosa sola per una donna: dover scegliere fra figli e lavoro.
Elena ha lasciato il suo paese, il suo bambino, la sua famiglia per offrire a se stessa, ma soprattutto a suo figlio, una possibilità, una vita migliore, ma non solo: forse senza rendersene conto ha offerto una possibilità anche a me, a noi.
Grazie Elena e grazie alla mia meravigliosa mamma che vive per i suoi nipotini e per me. Siete i miei pilastri ragazze! Senza di voi sarei solo chiacchere e distintivo.